Peggiora la qualità delle acque a Termini Imerese e Cefalù

Se a Termini Imerese conviene stare lontano dalle sue spiagge, a Cefalù non è che vada tanto bene, perché entrambe le cittadine siciliane hanno ricevuto il pollice verso di Legambiente. Anche quest’anno infatti la Guida blu, la pubblicazione edita dall’associazione ambientalista in collaborazione con il Touring club italiano e che dà i voti alle spiagge più belle d’Italia, assegnando le vele di gradimento ai litorali più ameni e puliti, segnalando tutte quelle località di mare che scommettono sulla qualità, coniugando offerta turistica ed ambiente, ha esaminato le spiagge siciliane, tra le quali quelle di Cefalù e Termini Imerese, dando ad esse un giudizio non proprio lusinghiero. Per il terzo anno consecutivo infatti Legambiente ha assegnato a Termini una sola vela, posizionandosi al 30esimo posto su 34 località siciliane esaminate (erano venticinque lo scorso anno), confermando così il trend negativo segnato negli anni scorsi. Nel 2010 era invece al 19esimo posto, un bel saldo indietro per la cittadina tirrenica, che perde ben 11 posizioni. Non va neppure bene a Cefalù, che scende in graduatoria precipitosamente, perdendo una vela (da quattro assegnate nel 2010 a tre di quest’anno), segnale negativo che dimostrano che per la seconda località turistica siciliana le cose non vanno affatto bene. In questo modo la cittadina normanna sembra avere “dimenticato” la sua vocazione turistica peggiorando – anziché migliorando – la qualità del suo mare e la pulizia delle sue spiagge. Nel 2010 Cefalù era infatti collocata al settimo posto tra le spiagge più belle di Sicilia, alle spalle di Pantelleria, mentre oggi è stata retrocessa al 16esimo posto, dietro molte altre spiagge isolane. Così oggi possiamo dire che fare un tuffo nel mare di Termini o in quello di Cefalù, non è certamente un’impresa esaltante per i bagnanti. È questo in estrema sintesi il risultato della lettura della Guida blu 2011 e riassunta per la Sicilia nella tabella qui pubblicata, che vede ai primi tre posti, con cinque vele ciascuna, le spiagge di Salina, San Vito Lo Capo e Noto, ancora una volta le “regine” del mare siciliano. La pubblicazione edita da Legambiente e dal Touring club italiano ogni anno segnala le migliori spiagge della Penisola, fotografando lo stato delle nostre coste, individuando le spiagge più belle e le località costiere più pulite dove vale la pena fare ancora il bagno, ma segnalando anche le situazioni di degrado, le zone dove è bene stare alla larga dal mare. Il volume raccoglie quest’anno i dati di 295 spiagge italiane, passate al setaccio da Goletta verde, la nota imbarcazione di Legambiente, che tutti gli anni percorre il periplo dello Stivale alla ricerca del mare più blu. Per la nota associazione ambientalista le spiagge migliori si affacciano tutte sul mare Tirreno e Legambiente, dopo avere valutato diversi parametri di qualità – dalla balneabilità delle acque al tipo di strutture ricettive, dalla presenza di un centro storico ben conservato all’offerta enogastronomica – ha dato i suoi voti, sintetizzati in un giudizio complessivo espresso con le vele (da una a cinque, per le spiagge migliori). Ne è venuta fuori la radiografia dettagliata della balneabilità ed amenità delle acque italiane. Quest’anno l’associazione a difesa dell’ambiente ha assegnato il massimo punteggio (cinque vele) solo a quattordici località della Penisola (erano dieci lo scorso anno), tre delle quali si trovano proprio in Sicilia: Salina, San Vito lo Capo e Noto, la prima in provincia di Messina, le altre due rispettivamente in quelle di Trapani e Siracusa, che possono così vantare orgogliosamente il plauso di Goletta verde per la salubrità ed amenità delle loro spiagge, non disgiunte anche da un’offerta di servizi, di strutture e di opportunità turistiche di rilievo. Per tutte si tratta di una conferma rispetto allo scorso anno, aggiudicandosi ancora una volta Salina il premio di “regina” delle spiagge siciliane. Ma accanto alle tre “punte di eccellenza” dei nostri lidi, Guida blu 2011 ha inserito altre trentuno località (erano 22 quelle esaminate nel 2010), tra le quali anche Termini Imerese e Cefalù. Come già detto, la prima ancora una volta non può certamente vantare un risultato invidiabile, con appena una sola vela assegnata, trovandosi così in compagnia di altre cinque località (Scicli, Acireale, Ispica. Cinisi e Pozzallo), dove spiagge, mare e qualità dei servizi offerti non consentono di fare di più. Non va certo meglio per Cefalù, quest’anno “declassata” di una vela (da 4 a 3) e così collocata al sedicesimo posto tra le località siciliane, dietro a tante altre spiagge che hanno fatto meglio della cittadina di Ruggiero e che per questo hanno ottenuto un giudizio lusinghiero da parte di Legambiente per le loro spiagge.               

Pubblicato su Espero - luglio 2011.

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