Ma le strisce blu sono abusive?


Sono ancora malviste dagli automobilisti le strisce blu sparse per Termini Imerese. Gli ausiliari del traffico, della cooperativa a cui il comune ha affidato la gestione del servizio, continuano ad appostarsi come falchetti per le strade della città, distribuendo senza pietà a destra e a manca le multe. Siccome riteniamo che le stesse non siano proprio regolari, vi ricordo il contenuto di un mio articolo pubblicato su Espero - ottobre 2010. Eccolo. 

Ma i parcheggi a pagamento sono legittimi? Se lo chiedono in tanti a Termini Imerese, soprattutto dopo che il comune ha affidato alla Cooperativa sociale Aurora la gestione delle soste degli autoveicoli lungo le principali vie della città. Eh sì, perché ‘sta storia che si debba pagare per potere parcheggiare, a molti non è ancora andata giù e in troppi sperano che l’amministrazione “rinsavisca” e torni presto sui suoi passi o che qualche giudice intervenga, proprio come ha fatto di recente un giudice di pace di Palermo, il quale ha dichiarato illegittime le cosiddette “strisce blu” del capoluogo. Il magistrato è intervenuto, interpretando le norme del codice della strada che vietano l’esistenza di aree di parcheggio a pagamento all’interno della carreggiata, riecheggiando nella sua decisione alcune sentenze di più illustri organi giudicanti. Innanzi tutto quella della seconda sezione della Corte di cassazione (sentenza 22036 del 2 settembre 2008), che fa proprio una distinzione tra sosta e parcheggio, considerando la prima come «la sospensione della marcia del veicolo protratta nel tempo» ed il parcheggio come «area o infrastruttura posta fuori della carreggiata, destinata alla sosta regolamentata o non dei veicoli». Da qui la conseguenza che la sosta può avvenire solo in un’area all’interno della carreggiata, a differenza del parcheggio, possibile unicamente in un’area esterna. Solo in questo caso, dicono i supremi giudici, sarebbe possibile istituire un balzello per il parcheggio dei veicoli. E poi la sentenza 5218 del 28 maggio 2008 del Tar Lazio (sezione II), che ha dichiarato illegittime le “strisce blu” istituite nel quartiere Ostiense di Roma, perché lì vicino non è presente un’area di parcheggio libera, rifacendo il verso ad un’altra importante decisione delle sezione unite della Cassazione (sentenza 116 del 9 gennaio 2007). Questo quanto hanno deciso recentemente i giudici. Ma la domanda iniziale rimane sempre inevasa. Le cosiddette “zone blu” istituite a Termini Imerese sono o no regolari? Per capirlo procediamo con ordine, partendo proprio dal codice della strada, la “bibbia” dell’automobilista (e del vigile urbano). L’articolo 7 comma 1 dà ai comuni la possibilità di «stabilire, previa deliberazione della giunta, aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta, anche senza custodia del veicolo, fissando le relative condizioni e tariffe». Quindi la sosta regolamentata e a pagamento andrebbe bene solo all’interno di apposite “aree destinate al parcheggio”. Ma dove devono essere individuate tali spazi? Lo dice lo stesso codice all’articolo 6 comma 6: «le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico». Ed il precedente articolo 3 comma 1 n. 34 definisce con estrema chiarezza il parcheggio come «area o infrastruttura posta fuori della carreggiata, destinata alla sosta regolamentata o non dei veicoli». Ma cos’è la carreggiata, all’interno della quale non si dovrebbe parcheggiare? Ce lo dice il precedente n. 7 dell’articolo 3: «parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli; essa è composta da una o più corsie di marcia ed, in genere, è pavimentata e delimitata da strisce di margine». Ricapitoliamo, soprattutto per chi si fosse “perso” tra le “tentacolari” definizioni della legge. Il codice della strada dà ai comuni la possibilità di subordinare la sosta dei veicoli al pagamento di una somma di denaro solo in apposite “aree destinate al parcheggio”, che “devono essere ubicate fuori della carreggiata”, per non ostacolare “lo scorrimento del traffico”. Da tale premessa, dovrebbe derivarne un’ovvia conseguenza. Le cosiddette “zone blu”, cioè quegli spazi destinati alla sosta dei veicoli dietro pagamento di una somma di denaro, poste all’interno della carreggiata, cioè di quella parte della strada “destinata allo scorrimento dei veicoli”, sarebbero illegittime. Non è il cronista a dirlo, ma il codice della strada. Allora per essere regolari tali aree di sosta a pagamento dovrebbero essere poste fuori dalla carreggiata, in appositi spazi a ciò predisposti e a questo scopo destinati. Invece a Termini Imerese, ma anche a Trabia, a Cefalù e in tutti i comuni del Comprensorio dove per parcheggiare devi pagare, accade proprio il contrario: le “zone blu” si trovano proprio sulla carreggiata. E questo è un dato. Ma come si dice, i guai non vengono mai da soli. A tale questione dobbiamo aggiungerne un’altra, quella della mancanza di aree di sosta libere nelle immediate vicinanze dei parcheggi a pagamento. Sfogliamo il codice della strada e all’articolo 7 comma 8 leggiamo: «qualora il comune assuma l'esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l'installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta di cui al comma 1, lettera f), su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta». Traduciamo per chi non è allenato all’uso del linguaggio giuridico. Se il comune decide di stabilire la sosta a pagamento, “deve” – e qui bisogna sottolineare il verbo all’imperativo usato dal legislatore – anche riservare un altro spazio destinato a parcheggio “su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze” e non certo a chilometri di distanza. È accaduto tutto questo a Termini Imerese? In molti sono pronti a giurare di no. Per intanto, mentre i cittadini si dannano per tirare fuori dalle “odiate” macchinette i “pizzini” per la sosta, sperando in una evoluzione del problema, la Cooperativa sociale Aurora ed il comune continuano ad incassare l’odiato balzello dagli automobilisti inferociti. Tra l’altro finora le modalità di gestione dei parcheggi da parte della coop ha fatto storcere il muso a parecchi. Perché, ci si chiede, possono ottenere i pass solo i risiedenti lungo le vie segnate dalle strisce blu? E gli altri? E chi abita nelle vie adiacenti, distanti spesso solo pochi metri dalle prime? Ed ancora, perché è possibile ottenere un solo pass a famiglia? E quei nuclei familiari – oggi in maggioranza - che posseggono più di un’automobile? Secondo i ben informati, per tacere simili lamentele pare si sia aperto un tavolo di trattative tra l’amministrazione comunale ed i vertici della coop concessionaria, per rivedere il rapporto contrattuale tra le parti. La Cooperativa Aurora vorrebbe ampliare le aree di parcheggio a pagamento, per incassare di più con i parchimetri (e le multe), mentre il comune vorrebbe ottenere dalla stessa il rilascio dei pass anche per le seconde auto e per chi abita nelle zone limitrofe. In attesa che si risolva questo tira-e-molla sulle spalle dei cittadini, rimane ancora irrisolto un quesito: quanto incasserà il comune e quanto ci guadagnerà la coop? È evidente che il massiccio ricorso alle “zone blu” da parte dei comuni muove grossi interessi, perché permette agli enti locali di fare cassa facilmente, ai danni dell’automobilista, costretto a sostenere un altro oneroso balzello per potere circolare con il proprio mezzo. 

Publicato su Espero - ottobre 2010.

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