A proposito del terremoto in Giappone

A proposito del terremoto che ha sconvolto il Giappone, leggete cosa scrive sul sito de La Stampa Mario Tozzi, geologo ricercatore del Cnr. E' un intervento interessante.

Hanno resistito alla fine del mondo. Al vero big-one, il «terremoto cattivo», il più potente di tutti. Quello che ci si aspettava dal 1923 o da prima ancora, quando soltanto pochi edifici rimasero integri e tutti furono storditi di paura. Quello cui si resiste soltanto se c'è cultura e consapevolezza, se si è stati educati all’emergenza e si è costruito per bene.

Sono uomini come noi, i giapponesi, solo che sono riusciti a rimanere calmi sopra la terra che tremava, di fronte a uno dei sei o sette più violenti terremoti di sempre. Sono uomini come noi, solo sono usciti ordinatamente dai grattacieli, che avevano appena smesso di oscillare come pioppi al vento, e si sono recati nei punti di raccolta. Non hanno mai recriminato contro la «natura assassina» o il «terremoto killer». Tokai o chokkagata li chiamano in Giappone gli eventi catastrofici che verranno, perché lì è chiaro per tutti che quello è il futuro inevitabile, perché i sismi, come pure le eruzioni, sono parametri che fanno parte della pianificazione della vita nazionale e personale quotidiana.

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