Una lettera dal Giappone


Dopo la catastrofe giapponese, riceviamo e volentieri pubblichiamo.


Caro nucleare italiano,
ma porti poprio sfiga! Ma prova a fare qualcosa! Chessoio, vai a Lourdes o da Padre Pio...
Ogni volta che qualche eroico, avventuroso politico ha provato a scongelarti dall'oblio in cui eri caduto, dal luogo recondito dove ti hanno confinato un piccolo, accanito, fanatico drappello di comunisti mangiabambini o di ecologisti da strapazzo, ufficialmente contro di te, ma poi pronti a comprare l'ultimo modello di suv superinquinante, da qualche parte succede una catastrofe.
Ti ricordi di Chenrnobyl o di Three Miles Island?
Ed adesso? Proprio ora che c'erano tanti buoni motivi per risorgere dalle ceneri, per ritornare trionfante sull'altare, dopo essere stato più volte nella polvere, povero emulo di sì tanto eroico Napoleone, ecco che ci si mette pure quella dispettosa della Terra. Che ti fa la vigliacca? Ti crea un terremoto distruttivo qui da noi ed addio sogni di gloria e di riscatto. Ma guarda che sfiga!
Allora, caro atomo italiano, fammi un piccolo favore: stattene chiuso nel tuo angolino e non farti più vedere, perché ogni volta che qualcuno cerca di riesumarti, ecco che nascono guai seri per qualche altro, lontano da casa tua.
Non te la prendere, è solo un consiglio da amico.
Con affetto.
Il Giappone

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