Le gaffe del Cavaliere

Ecco come ci vedono all'estero. Sul quotidiano spagnolo El Correo l'8 aprile scorso è stato pubblicato un articolo a firma di Arturo Checa dal titolo "Vuelve a meter la pata con una chanza grosera en un acto politico", cioè "Ritorna a fare gaffe con una battuta ad un convegno politico". E' uno spaccato veritiero (e triste) della vita del nostro Cavaliere, visto da un giornale estero. Leggiamolo dal sito Italia dall'estero.

“Il Cavaliere” è diventato un clown poco divertente, esperto nel raccontare barzellette rozze, razziste e sessiste…
A 18 anni era l’anima delle serate, a bordo delle lussuose crociere Costa nel Mediterraneo. Silvio era l’intrattenitore favorito dell’azienda. Non passava estate senza che lo scritturassero. Raccontava barzellette, faceva imitazioni e cantava. Dalle romantiche canzoni francesi ai successi di Frank Sinatra. Niente era impossibile per lui e ancor meno con il suo fidato Fedele Confalonieri al pianoforte. Neppure con la magia faceva brutte figure. Coloro che l’hanno visto esibirsi dal vivo dicono che perfezionò una delle tecniche base dell’illusionismo: il “depistaggio”, una sequela di gesti mirati a deviare lo sguardo dello spettatore affinché il trucco passasse inosservato sotto il suo naso. Un maestro nell’arte dell’inganno. Il giovane Silvio già dominava anche nel commercio. Dai tempi della scuola. Durante l’Università si guadagnò le sue prime lire con un semplice stratagemma: copiava in ciclostile i suoi appunti universitari per poi rivenderli fra i suoi colleghi della Facoltà di Giurisprudenza. 

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