Un giornale coi soldi dei cittadini

Termini Imerese - Farsi un giornale coi soldi pubblici. L’idea è venuta al Consorzio Imera Sviluppo 2010, che ha pensato di lanciare una nuova rivista a diffusione locale con i soldi dei contribuenti. Trovato già il nome, Imera Live, ed il direttore responsabile, Adalgisa Sclafani, attualmente alla guida di Sotto il castello, mensile di Caccamo, che per tale nuovo incarico riceverà un compenso di 3.000 euro lordi l’anno (avranno fatto un bando per ricoprire questa mansione? Noi non lo ricordiamo). La rivista sarà gestita da alcuni giovani aspiranti giornalisti, che lavoreranno nel costituendo ufficio stampa consortile di Imera Sviluppo. La selezione degli aspiranti redattori è avvenuta pochi giorni fa, quando è scaduto il termine per la presentazione delle domande, come dal bando pubblicato sul sito del consorzio (www.imerasviluppo.it). Alla fine sono state 35 le domande presentante da altrettanti giovani, speranzosi di trovare in questa maniera una sistemazione nel glorioso mondo della carta stampata. Così la realtà editoriale locale si arricchirà presto di un nuovo giornale, ma questa volta stampato coi soldi pubblici. Che sia questo un modo per fare concorrenza, tra l’altro sleale, a Espero? E perché poi sleale? Semplice, perché Espero è un giornale libero, indipendente, finanziato solo dai suoi lettori. Invece il mensile voluto dal Consorzio Imera Sviluppo 2010 sarà pagato con fondi pubblici, quindi da tutti i cittadini, anche da chi non sarà d’accordo con la sua linea editoriale. Il tutto alla faccia della libertà di stampa e dell’iniziativa economica privata, tanto sbandierate dai nostri politici e consacrate nella nostra Costituzione. Ma cosa è Imera Sviluppo 2010, di cui Imera Live sarà l’house organ? Leggiamo il suo “biglietto da visita” diffuso sul sito. Si tratta di una società consortile senza fini di lucro costituita nel 2006 e composta da sei comuni (Aliminusa, Caccamo, Cerda, Montemaggiore Belsito, Sciara, Termini Imerese), con lo scopo di perseguire finalità d’interesse pubblico per lo sviluppo economico, sociale e civile dell’area. Svolge in particolare un ruolo di promozione e attivazione delle capacità progettuali a livello del sistema locale; facilita la nascita, la crescita e lo sviluppo di attività economiche nel territorio; persegue gli obiettivi dell’aumento del tasso di occupazione e del miglioramento della qualità della vita; opera affinché le azioni e gli interventi siano orientati alla sostenibilità. Benissimo. Ma che c’azzecca - direbbe a questo punto Di Pietro - tutto questo con la fondazione di un giornale? Sotto il profilo della comunicazione finora il consorzio ha prodotto solo una newsletter, un bollettino aziendale con una grafica molto spartana, diffusa in tre numeri (luglio e ottobre 2010, gennaio 2011). Ed ora questa nuova iniziativa, con l’idea di fondo – secondo gli intenti comunicati dal consorzio stesso - di raccogliere e diffondere l’informazione locale, intrecciando e gestendo i rapporti tra l’ente e l’opinione pubblica. L’ufficio stampa, attraverso la gestione del flusso di informazioni fornite ai mass media (con la stesura e la diramazione dei comunicati stampa), garantirebbe al pubblico in generale, ai cittadini nello specifico, una costante e completa informazione sull’attività svolta all’ente stesso, ottemperando, al contempo, ai dettami sulla trasparenza amministrativa. Intenti ambiziosi, senza dubbio. Ma sarà poi così? Noi ne dubitiamo. Angelo Cascino, presidente del Consorzio: «intendiamo offrire una opportunità di crescita umana, personale e professionale a coloro i quali hanno voglia e capacità di scrivere “qualcosa” che riguardi il proprio comprensorio». Quindi sembrerebbe una cosa ben diversa, dal semplice ufficio stampa; un modo come “sistemare” un pugno di giovani, tra l’altro istituzionalizzando il precariato. Infatti i  collaboratori di questo ufficio stampa creato da Imera Sviluppo 2010 riceveranno un compenso solo per le notizie, gli articoli ed i servizi considerati di volta in volta idonei alla pubblicazione da parte del coordinatore dell’ufficio stesso, compenso pari al 25% del minimo previsto dal tariffario dell’Ordine dei giornalisti. Alla fine la conclusione è sempre la stessa: il consorzio ha programmato un fantomatico ufficio stampa e un giornale locale coi soldi pubblici. E questo pare davvero troppo. Nascono allora alcune domande. Perché i contribuenti di questo territorio, oltre a tasse e balzelli vari, devono anche pagare un giornale di parte, di cui nessuno sente il bisogno? Perché finora nessuno ha chiesto ai sindaci dei sei comuni che fanno parte del consorzio, se ritengano giusto che i soldi dei loro concittadini vengano sperperati in questo modo? Non sarebbe allora il caso di chiedere le dimissioni di questi amministratori, per spreco di denaro pubblico?

Pubblicato su Espero - aprile 2011

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