La compagnia di navigazione T-Link ha deciso di sospendere la linea Genova Voltri-Termini Imerese.
La procura della Repubblica di Milano ha messo sotto inchiesta il finanziere Simone Cimino, numero uno di Cape Live e tra i candidati selezionati per rilevare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese.
Sembrano due notizie slegate ed indipendenti tra loro, ma se le esaminaimo bene da vicino, vedremo che non è così. In entrambe infatti c'è lo "zampino" di Cimino. Cerchiamo di capire perché.
T-Link, la compagnia di navigazione creata apposta per collegare periodicamente il porto di Termini con quello ligure di genova Voltri, è controllata dal fondo Cape Regione Siciliana al 54%, fondo il cui "patron" è proprio Simone Cimino. Gli altri soci sono: Caronte & Tourist Spa (con il 17% di partecipazione), Moby Spa (13%), Aelle Investimenti Srl di Romeo e Costa (9,2%) e Oxon Srl (famiglia Conti) 8%. La decisione della compagnia di navigazione di sospendere il servizio Genova Voltri-Termini Imerese - a due anni esatti dall'avvio dell'attività - è stato spiegato con la difficoltà del mercato.
Ed adesso l'altra notizia. Cimino è finito nel mirino della procura di Milano con l’accusa di “ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza” e “manipolazione del mercato”, in relazione ad una obbligazione convertibile emessa nel 2009.
Avete capito perché le due notizie sono legate tra loro? Se Cimino ha chiuso la linea marittima Termini-Genova Voltri per difficoltà economiche; se Cimino è sotto inchiesta per "manipolazione del mercato", ci chiediamo dove possa prendere i soldi per "salvare" la Fiat di Termini per costruirvi un'auto elettrica.
Dopo Ciccolella, Rossignolo e la "Hollywood siciliana", cade così un’altra speranza di rilancio del polo automobilistico di Termini Imerese.
Ancora una volta questa è l'ennesima prova che il progetto del governo nazionale di rilancio del nostro polo industriale è tutto un bluff.
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