Il Belgio e noi

Bambole non c'è una lira, annunciavano sconsolati a guitti e ballerine i manager degli avanspettacoli d'antan. E da quando anche in Europa è risuonato il medesimo annuncio, tutti stanno correndo ai ripari. In Italia il Cav, dopo bunga-bunga vari e trucchetti da mago Silvan, alla fine ha dovuto abbandonare la nave, perché le azioni delle sue numerose aziende stavano crollando giorno dopo giorno. Al suo posto si è insediato un governo tecnico - ma costituzionalmente si può parlare di un governo tecnico, quando lo stesso ha ricevuto il voto da parte dei parlamentari? - che dovrà ora fare il "lavoro sporco" al posto dei politici e che finora ha solo annunciato manovre da lacrime e sangue, sempre però per i soliti noti (lavoratori dipendenti e pensionati). Adesso spostiamoci un po' più a nord lungo il Continente. Qui a nord-ovest si trova uno staterello, un regno che da parecchi mesi è senza governo o meglio, un governo c'è, ma solo per l'ordinaria amministrazione. Come dite? Ma come faranno mai? Risposta: fanno invece bene, perché questo staterello, questo regno va bene. Lì non c'è crisi - o meglio, si sente molto meno che da noi o in Grecia - e tutto funziona alla perfezione. E' una favola, direte voi? No è pura realtà. Lo staterello, il regno si chiama Belgio e quello che lì succede è sotto gli occhi di tutti. Fate un po' un giretto su Internet e vedrete...
http://www.ilpost.it/2011/11/30/nuovo-governo-belgio-2/   

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