Peggiocrazia

Meritocrazia? No, peggiocrazia. E' questo il senso di un articolo dell'economista Luigi Zingales, pubblicato sul numero di dicembre 2011 di IL, il mensile de Il Sole 24 ore. Zingales sostanzialmente dice che i guai dell'Italia dipendono anche (o soprattutto) dal nostro sistema, che premia i peggiori - attenzione: non i mediocri, ma proprio i peggiori - piuttosto che i migliori. Il risultato lo vediamo sotto i nostri occhi ogni giorno. 

Oggi non siamo di fronte ad una semplice crisi della finanza pubblica italiana siamo di fronte ad una disfatta economica politica morale. Se l’Italia non cresce se è a rischio di default è perché l’Italia è stata fin qui governata dai peggiori non i mediocri i peggiori. Il nostro paese si è trasformato in una peggiocrazia. In Italia manca una cultura del merito perché manca una cultura della legalità. Se io politico, capo partito, direttore generale dell’ospedale, capoufficio o capo di governo voglio ottenere dei benefici o dei favori che non mi competono non nomino un candidato competente ne nomino uno fedele. Se io imprenditore voglio assicurarmi che le mie tangenti le mie evasioni fiscali miei intrecci col potere politico non vengano rivelati non scelgo il manager migliore ma quello più fedele e non c’è persona più fedele del buono a nulla che non ha alternative. Il clientelismo politico e l’economia sommersa hanno creato la peggiocrazia. Questo è il motivo per cui in Italia si trovano le migliori segretarie e i peggiori manager. In un sistema che non premia il merito, molte persone, molte donne che varebbero le capacità di essere manager sono confinate al ruolo di segretaria. Mentre i posti dirigenziali sono affidati a chi è ben introdotto, anche se spesso incapace. Questo clientelismo è il motivo per cui il nostro Paese si trova in una profonda crisi. Nella competizione globale vince il migliore: non il compare, il raccomandato poilitico, o il figlio di papà. Come uscirne? Non è facile. Abbiamo bisogno di una terapia d'urto. Laddove non esiste la fiducia in un sistema meritocratico, tutti investono in racomandazioni e nessuno investe in cvapitale umano. Il clientelismo genera clientelismo. Dobbiamo spezzare questo circolo vizioso. Per farlo è necessario un pacchetto congiunto di proposte: alcune che creino i meccanismi per una selezione meritorcratica, altre -ancora più importanti - che creino le condizioni affinché convenga a politici e imprenditori scegliere in base alla conoscenza, non alle conoscenze.    

Chi è Luigi Zingales?

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