Ma febbraio di quanti giorni è composto?

Ma siamo proprio sicuri che il mese di febbraio sia sempre stato di 28 o di 29 giorni (quando si tratta di anno bisestile)? Eh sì, perché talvolta qualcuno - per celia o per troppa convinzione - ha aggiunto un altro giorno al mese più corto dell'anno, facendolo diventare di trenta. Ecco qui la curiosa storia del 30 febbraio, pubblicata sul sito Il club de La Lettura del Corriere della sera, a firma di Alvaro D'Emilio:

E venne il giorno del 30 febbraio
La misurazione del tempo presuppone delle incongruità e stranezze a dir poco sconcertanti. Per esempio, tutti sappiamo che nel nostro calendario ci sono dodici mesi, di questi dodici, sette contano 31 giorni (gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, ottobre e dicembre), quattro ne contano 30 (aprile, giugno, settembre, novembre) e uno, febbraio, non si sa, o meglio 28, 29 e, sembra difficile a credersi, talvolta persino 30! In origine, il calendario giuliano, quello introdotto da Giulio Cesare per intenderci, faceva partire l’anno dall’inizio di marzo, per cui febbraio era l’ultimo mese dell’anno e contava 29 o 30 giorni, negli anni bisestili.
In onore di Cesare, quintile diventò luglio (da Iulius appunto) con i suoi bravi 31 giorni, ma quando Ottaviano salì al potere gli venne dedicato il sestomese dell’anno romano, sestile appunto, che, dal suo nome divenne agosto e contava 30 giorni. Ma Ottaviano Augusto mica poteva accontentarsi di un mese più corto di quello del suo predecessore e prozio Cesare, per cui senza pensarci due volte sottrasse un giorno a febbraio e rimpinguò il suo.
Da allora le cose stanno più o meno così: febbraio conta 28 giorni ma, ogni quattro anni, bisogna aggiungerne uno nel cosiddetto anno bisestile (come quello in corso). Questo accorgimento si è reso necessario perché, in natura un anno solare dura 365 giorni con un avanzo di 5 ore e 48 minuti, da qualche parte bisogna pur metterli. Tutto a posto allora? Il calendario gregoriano, universalmente accettato, ha finalmente messo pace tra le varie teorie, dispute, riconteggi e calcoli sullo scorrere del tempo e la sua esatta misurazione? Macché.
Tralasciamo le dicerie sull’anno bisestile portatore di sventure, anche perché se da noi si dice: anno bisesto anno funesto, nelmondo anglosassone invece questo è considerato un anno fortunato e iniziare un’attività o nascere il 29 febbraio è considerato di buon auspicio.
Ma inventarsi un 30 febbraio mi sembra davvero troppo. Ahimè qualcuno l’ha fatto davvero, e da posizioni di potere tali da farci chiedere senza timore: ma da che personaggi è governato il mondo?
È accaduto, nel corso della storia, che la civilissima Svezia nel 1712, per rimettere in pari i conti, dovette introdurre un febbraio di 30 giorni. Che cos’era successo? Per far coincidere il calendario giuliano con quello gregoriano il re Carlo XII aveva deciso di eliminare gli anni bisestili, a cominciare dal 1700, fino al 1740. Poi però, in tutt’altre faccende affaccendato, tipo una guerra con la Russia, si dimenticò di promulgare gli editti relativi. Quando si accorse del casino che aveva combinato, deve essergli venuto un gran mal di testa, perché decise di lasciar perdere calcoli laboriosi e di passare, ipso facto, al nuovo calendario. Certo quel disgraziatissimo 29 febbraio del 1700 doveva essere in qualche modo recuperato e non si trovò nulla di meglio che aggiungere un trentesimo giorno al febbraio del 1712, per la cronaca si trattava di un venerdì.
Purtroppo gli archivi storici consultati non dicono quanti nacquero in Svezia in quel trenta febbraio del 1712 né se ebbero mai modo di festeggiare il loro compleanno. Né ho trovato notizie relative alla commemorazione di quel 30 febbraio di tre secoli fa in questo 2012.
Pure l’Unione sovietica, nel 1930 e 1931, introdusse un febbraio di 30 giorni perché, dopo la rivoluzione d’ottobre, s’era persa qualche giorno per strada. C’è da chiedersi se fra i tanti che, presumibilmente, videro la luce in quei due giorni, poi scomparsi dai calendari, ce ne sia ancora qualcuno di vivo. Anche se le purghe staliniane, degli anni Trenta appunto, lasciano purtroppo ben poche speranze in questo senso.
Certo che questa faccenda deve avere lasciato strascichi non indifferenti, se non altro nell’inconscio collettivo di qualche moderno partito post-comunista. Almeno stando a quanto accaduto all’ex segretario del Partito comunista ticinese, Gianluca Bianchi, e ad altri membri che si erano dimessi con lui. Costoro, il 16 febbraio 2009, si videro recapitare una lettera di diffida che intimava il «rientro nei ranghi» entro il termine perentorio del… 30 febbraio. Immagino che nessuno di loro abbia preso sul serio il diktat dei vertici del partito né, tanto meno, abbia deciso di ripresentarsi con il capo cosparso di cenere nel giorno indicato. Che dire, se anche i comunisti si mettono a fare scherzi da prete? O non era uno scherzo?
Ma se questo è, in un certo senso, ancora comprensibile, ben più ridicola è la firma che il presidente americano George W. Bush appose su un documento ufficiale che testualmente recitava così: «Questa mattina la mia amministrazione ha diffuso il bilancio dell’anno fiscale che è finito il 30 febbraio»! (11 ottobre 2006). In realtà l’anno fiscale finisce il 30 settembre e non s’eramai sentito, in America, che febbraio contasse 30 giorni. D’altra parte che cosa potevamo aspettarci da un presidente capace di dire in pubblico idiozie come queste: «Dobbiamo lasciarci alle spalle un domani di pace»; «C’è sfiducia a Washington. Sono francamente sorpreso di quanta sfiducia esiste in questa città. Me ne dispiace, e io lavorerò duro per elevarla»; «Secondo me la guerra è un posto pericoloso»; «Troppi ginecologi non riescono più a praticare il loro amore con le donne in tutto questo paese»! E non continuo per una sorta di umana pietà. Disgraziatamente per noi non sono le sue gaffes le cose peggiori che ha fatto.
Insomma, la data che non esiste, in realtà ha fatto la sua comparsa a più riprese nella storia, per fortuna diventando solo oggetto di ridicolo e non fonte di tragedie. Chessò, sarebbe stato davvero terribile se una guerra fosse scoppiata proprio in un giorno che non esiste. O che una pace si fosse firmata un 30 febbraio senza avere poi la possibilità di commemorarla mai più. Certo un dubbio mi resta: quelli che nascono il 29 febbraio a quarant’anni ne compiono dieci?
E Dorian Gray doveva forse la sua immutabile e incantevole bellezza e giovinezza al fatto di essere nato alla fine di febbraio di un anno bisestile e non al meraviglioso quadro di Basil Hallward? Non so. Come non so come sarà questo 2012, per adesso piuttosto gelido e nevoso, il resto, nel bene e nel male, ce lo racconteremo il prossimo dicembre.

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