Falce e martello


Oggi mi sento “tutto di sinistra” e così, dopo la bandiera rossa, ora vediamo un po’ di parlare di un altro simbolo storico della sinistra: la falce e il martello.  
La falce e il martello sono stati usati - e continuano a farlo - da stati e partiti comunisti e socialisti in tutto il mondo. Rappresentano rispettivamente le due classi sociali tradizionalmente più rilevanti e numerose per una nazione e per un partito di sinistra: la classe contadina e quella operaia.
I due simboli vennero usati come emblema della lotta contro nobili e borghesi negli anni precedenti alla Rivoluzione russa. Inizialmente al posto della falce veniva usato un aratro stilizzato e inizialmente i due simboli non erano incrociati, ma affiancati, cosa che rimase per un po' anche quando l’aratro fu sostituito dalla falce. Comparvero uniti solo dopo, durante la Rivoluzione di ottobre nel 1917, per simboleggiare la lotta comune di contadini e operai. L’immagine venne usata per la prima volta in un documento ufficiale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa nel 1918 e nel 1922 divenne l’emblema dell’Armata Rossa. Nel 1924 la falce e il martello vennero posti pure sulla bandiera rossa dell’Unione Sovietica, insieme alla stella a cinque punte. Da allora la bandiera con falce e martello si diffuse tra i partiti che fecero parte del Comintern, l’organizzazione internazionale dei partiti comunisti.
In Italia la falce e il martello vennero utilizzate per la prima volta al congresso del PSI di Bologna del 1919 e nel 1953 il pittore Renato Guttuso - "intellettuale organico" - ne rivide la forma, che fu impiegata come simbolo dal PCI fino al suo scioglimento, avvenuto nel 1991.

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