A giudizio Raffaele Lombardo


Il gip di Catania ha disposto l'imputazione coatta del governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, per concorso esterno in associazione mafiosa. Così è stato deciso nell'udienza camerale sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura etnea nei confronti del presidente della Regione e del fratello Angelo. Adesso Lombardo dovrà essere processato per mafia. 
Sulla notizia, un interessante articolo su LiveSicilia.  

Claudio Fava lo ha detto limpidamente in una intervista a Livesicilia: “Ci sono comportamenti provati, a prescindere dalla loro collocazione giuridica. La più alta carica della Regione ha incontrato boss mafiosi. E’ una questione di etica pubblica. Un’altra persona avrebbe compiuto non uno: dieci passi indietro”.
C’è bisogno di un giudice per stabilire l’innocenza di chiunque in termini di sostanza e di forma. C’è bisogno di un giudice, per chiarire se determinate azioni siano illegali o no, codice alla mano. Un semplice cittadino che esca indenne da un provvedimento giudiziario ha diritto al riconoscimento pieno della sua illibatezza. Può invocare una sentenza, un’assoluzione, un’archiviazione come pietra tombale di un’accusa. Non ci sono altre implicazioni, né aspetti da considerare, né responsabilità diverse dal percorso di una singola vita.  


Commenti