Troppi avvocati


A Palermo è scoppiata l’ “avvocatite”. Che è? Ora mi spiego. Nel capoluogo siciliano ci sono 5mila avvocati, a cui vanno aggiunti 3 mila laureati abilitati, ma che non esercitano. In pratica un avvocato ogni 80 abitanti. Sono dati del locale ordine forense.
In questa situazione a soffrire di più sono i giovani, che rappresentano il 60% degli iscritti all’ordine e di questi 75 ogni cento under 40 guadagnano meno di mille euro al mese ed in molti sono già stati costretti a tagliare le spese indispensabili per la professione, prime fra tutte luce o telefono di studio.
«Gli avvocati non lavorano più – dice il presidente dell'Ordine degli avvocati di Palermo, Francesco Greco - e a questo stato di cose si aggiungono i danni che ha causato la mediazione», che in pratica avrebbe messo in ginocchio la professione. In questa situazione si teme che la professione sia destinata ad una svalutazione e che la “fame” che si sta diffondendo vada anche a discapito della correttezza deontologica.
Ma perché? C’è chi dice che la colpa sia della mediazione obbligatoria, che ha creato una nuova figura professionale inutile, che toglie lavoro agli avvocati. C’è invece chi sostiene che la colpa è attribuibile alla mancanza del numero chiuso nelle facoltà di giurisprudenza, che sfornano troppi avvocati. C’è pure chi afferma che la colpa sarebbe da ascrivere alle continue liberalizzazioni professionali. In ogni caso, a prescindere delle colpe da dare a questo o a quello, una domanda rimane comunque insoluta: che fare?
Ritengo che siamo giunti a questo stato di cose per diverse vie, a causa di situazioni diverse. Anch’io sono un avvocato, ma non esercito più e ricordo che quando esercitavo – fino al febbraio 1996 – i giovani avvocati iscritti all’Ordine di Termini Imerese, la mia città, eravamo davvero pochini. Perché? Semplice, perché c’erano i concorsi pubblici e gli impieghi privati. La maggioranza dei giovani laureati in giurisprudenza “si impostavano” in banca, nelle ferrovie, nelle poste, nei ministeri, negli enti pubblici in genere… Solo in pochi, davvero in pochi eravamo quelli che esercitavamo la professione. Adesso, invece, con i concorsi bloccati, con la crisi dell’occupazione, che fai dopo la laurea in giurisprudenza? Ti guardi introno e ti accorgi che concorsi non ce ne sono più. Ed allora ti abiliti per esercitare la libera professione di avvocato, confidando che prima o poi qualche cliente lo “acchiapperai” pure tu… Ed ecco qui la diffusione del bacillo dell’ “avvocatite”…        

Commenti

Anonimo ha detto…
Sottoscrivo in pieno, purtroppo. E a Catania la situazione è anche peggiore che a Palermo, perché gli avvocati siamo quasi 5.000 con un bacino di "utenza" molto inferiore rispetto a Palermo
Anonimo ha detto…
Cari Colleghi siciliani, vi lamentate per i troppi avvocati a Catania o a Palermo, ma pensate che c'è chi sta ancora peggio di voi. A Bari sono oltre 6.000 http://www.directoryavvocati.it/list.php?p=128&title=Ordine-degli-Avvocati-di-Bari (dati del 2009...)