"Così torturavamo i brigatisti"


L’Espresso di questa settimana pubblica la lunga “confessione” di Salvatore Genova, ex commissario di polizia, raccolta da Pier Vittorio Buffa. Genova fu uno dei cinque poliziotti finiti sotto processo con l’accusa di aver seviziato il brigatista Cesare Di Lenardo, uno dei cinque carcerieri del generale americano James Lee Dozier, sequestrato dalle Brigate Rosse il 17 dicembre 1981 e liberato dalla polizia il 28 gennaio 1982. All’epoca dei fatti lo stesso settimanale denunciò le sevizie, ma il cronista fu smentito ed arrestato. Oggi invece, in un clima completamente diverso, il commissario Savatore Genova conferma tutto quanto: «Ero tra i responsabili, e ricevemmo il via libera per botte e sevizie», ha detto.
A questo punto sorge spontanea una domanda: perché la polizia non ha usato lo stesso trattamento con i mafiosi?

Sì, sono anche io responsabile di quelle torture. Ho usato le maniere forti con i detenuti, ho usato violenza a persone affidate alla mia custodia. E, inoltre, non ho fatto quello che sarebbe stato giusto fare. Arrestare i miei colleghi che le compivano. Dovevamo arrestarci l'un con l'altro, questo dovevamo fare".
Salvatore Genova è l'uomo il cui nome è da trent'anni legato a una grigia vicenda della nostra storia recente. Quella delle torture subite da molti terroristi tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta.

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