Il finanziamento pubblico ai partiti. Una nuova mobilitazione dei Radicali


In questi ultimi mesi in Italia si parla sempre più insistentemente di una riforma del finanziamento pubblico ai partiti, soprattutto dopo le recenti inchieste e le polemiche che hanno coinvolto partiti politici (La Margherita e la Lega), tesorieri (Lusi e Belsito) e politici (Bossi senior e junior, Mauro e compagnia cantando). In questo clima, i Radicali si stanno mobilitando per un nuovo referendum abrogativo dell’attuale sistema, affermando che è tutta una truffa e non è vero che il finanziamento pubblico è necessario per garantire la democrazia, e che se non ci fosse la politica finirebbe in mano ai ricchi e ai grandi gruppi industriali. Obama – continuano i Radicali - ha già dimostrato che non è così, finanziando la sua campagna elettorale con micro donazioni di importo inferiore a 100 euro e surclassando i repubblicani appoggiati dalle grandi lobby. 
Ma come funziona nel nostro paese il sistema del finanziamento pubblico ai partiti? In Italia il finanziamento è stato vietato con un referendum abrogativo del 1993 (promosso dai Radicali), ma poi in pratica è stato sostituito con una apposita legge, che prevede dei "rimborsi elettorali", attraverso i quali i singoli partiti ottengono ogni anno dallo Stato molti milioni di euro in più rispetto a quanto effettivamente spendono.
E nel resto del mondo? Il sistema è molto eterogeneo. Sono 96 i paesi che prevedono il finanziamento pubblico annuale (totale o parziale) dello Stato ai partiti, ossia circa il 44 per cento. Sono invece 57 i paesi che prevedono fondi pubblici ai partiti in relazione alle spese sostenute in campagna elettorale, ossia il 26,4 per cento sul totale. Sono invece 55 gli stati che non prevedono alcun finanziamento pubblico ai partiti, cioè il 25,5 per cento del totale). In Europa sono: Malta, Andorra, Svizzera, Bielorussia, Ucraina. Gran parte dei paesi europei, dunque, prevedono il finanziamento pubblico ai partiti in varie forme. In Francia, ad esempio, la legge prevede due tipi di finanziamento pubblico: il primo, in forma di contributo annuale, viene calcolato in base ai voti ottenuti alle precedenti elezioni politiche; il secondo, invece, è strutturato sotto forma di rimborsi, in proporzione ai rappresentanti di ogni partito eletti nelle due Camere. Un meccanismo simile vige in Spagna. In Germania, invece, non ci sono rimborsi, ma dal 1958 solo un finanziamento pubblico fisso ai partiti, in base ai voti che prendono alle elezioni precedenti, con un tetto massimo di circa 133 milioni. Nel Regno Unito lo Stato fornisce direttamente due milioni complessivi a una decina di partiti, a cui vanno aggiunti i fondi delle due camere, che premiano i partiti all’opposizione.
Negli Stati Uniti, invece, il finanziamento pubblico è previsto solo durante le campagne elettorali per le elezioni presidenziali. 
Ecco qui il documento elaborato dai Radicali su quanto incassano i vari partiti politici dal finanziamento pubblico.

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