Sallusti e la diffamazione a mezzo stampa

Il mondo politico italiano è in fibrillazione per salvare dal carcere Alessandro Sallusti, il direttore de il Giornale condannato per l'omesso controllo di un articolo pubblicato nel 2007 da Libero, il quotidiano di cui all'epoca era alla guida, e sul quale pende la decisione della Corte di cassazione, che dovrà esprimersi definitivamente proprio oggi.
A parte il fatto che con una condanna inferiore ai tre anni di reclusione oggi non si va in carcere, a meno che Sallusti non abbia altre pene pregresse residue ancora da scontare che, sommate alla attuale (dovrebbe essere di 14 mesi di reclusione), superino il limite di legge (tre anni, come già detto), la vicenda ha del surreale. E e vi spiego perché. 
Ancora oggi, nel 2012, si processa e si condanna un giornalista per un reato d'opinione, in barba all'articolo 21 della nostra Costituzione, che proclama la libertà di pensiero e di espressione, a causa di una legge antiliberale, che pende come una spada di Damocle sulle teste di giornalisti e direttori, tenuti a vigilare sull'operato dei loro colleghi, legge a difesa spesso dei poteri forti. 
Negli Usa, invece, la nazione a cui tutti i nostri politici guardano quando vogliono fare i liberali ed i moderni,  non c'è nulla di tutto ciò, perché lì chiunque può dire la sua, anche in faccia ad Obama, senza che nessuno lo sbatta in galera. 
Ma accanto a questa verità scontata - l'assurdità cioè di una legge che bisognerebbe abrogare o modificare radicalmente - c'è da dire un'altra cosa. Solo adesso qualcuno di lor signori si solleva per criticarla? Solo ora che rischia la galera - anche se è da vedere se sarà davvero così, come ho spiegato sopra - un dipendente del signor Berlusconi, qualcuno si preoccupa di difendere i giornalisti? E dove erano todos caballeros quando lo stesso mister B. querelava un giorno sì e l'altro pure i tanti Travaglio, Santoro & c. che osavano criticare "il presidente del fare"?  Nessuno si è infatti mai preoccupato di difendere chi attaccava Berlusocni, mentre ora sono tutti bravi a piangere per le manette a Sallusti, funzionale al potere (il loro).
Conclusione. Siamo alle solite, alla legge usata a corrente alternata, osannata come giusta quando punisce chi ti critica; da cambiare perché illiberale, quando colpisce te stesso, la tua famiglia ed i tuoi amici e sodali vari.

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