Elogio del cane di mannara

Il Corriere del mezzogiorno ha pubblicato un articolo sul rischio estinzione del cane di mannara.
Il "cane di mannara”, il cane pecoraio siciliano, è una delle razze canine più antiche d'Italia e tra i più fedeli compagni di pastori e fidati custodi dei loro greggi. Ma oggi rischia l'estinzione. Dalla scomparsa del lupo in Sicilia, nel 1925, risale l'inizio della decadenza del cane di mannara: per secoli utilizzati per difendere il bestiame dagli attacchi dei lupi, il cane di mannara non hai mai ottenuto il riconoscimento di razza da parte dell'Enci (ente nazionale cinofila italiana) e della Fci (Federazione cinofila italiana). Fino alla quasi estinzione di oggi contro la quale si muove un'associazione regionale Samannara, il cui scopo è la stesura di un libro genealogico del cane di mannara, primo passo per un suo riconoscimento come razza.
Secondo l'associazione la razza deve considerarsi quasi estinta, considerata la deficienza quali e quantitativa degli esemplari e l'assoluta mancanza di iniziative valide ed utili per il suo recupero e salvataggio sino al suo riconoscimento ufficiale sia in sede nazionale che in sede internazionale. E dire che il cane di Mannara è un “monumento” storico per la Sicilia: si hanno precise tracce della sua esistenza e funzione «sacra» già negli scritti di Ninfodoro di Siracusa (IV- III secolo a. C), così come li riporta Claudio Eliano (circa 170-235 d.C), erudito e filosofo romano e conoscitore della lingua greca classica. Eliano cita i cani sacri al dio Adrano - dio siculo della guerra - nel suo «De natura animalium», opera nella quale li descrive così «superano in grandezza e bellezza i cani molossi e, quali servi e ministri del dio Adrano di giorno accolgono festosamente i visitati del tempio o del vicino boschetto sacro senza fare alcuna distinzione tra stranieri o persone del luogo. Fanno espiare il giusto castigo a coloro che, nell'ubriachezza commettono empietà: li assalgono e lacerano la loro veste, e tal punto li fanno rinsavire».

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