Credito al consumo. Cosa fare se si entra nella black list?

Avete preso una somma di denaro in prestito o comprato una tivù a rate, ma non riuscite più a pagarle o a pagarle con la dovuta regolarità. Avete allora pensato di prendere in prestito una somma di denaro per pagare le rate e così vi siete recati in banca o presso una finanziaria, ma avete ricevuto un netto rifiuto. Chiede il perché e vi sentite rispondere che siete “cattivi pagatori”, perché a causa del mancato o ritardato pagamento delle rate siete stati inseriti nella "black list". Di cosa si tratta? Sono i Sic, i Sistemi di informazione creditizia delle banche. Se non pagate le rate del mutuo o del prestito entro la scadenza prestabilita, venite segnalati su un apposito registro, quello dei "cattivi pagatori", la black list appunto, che viene gestito a livello centrale e “mette in allarme” banche e finanziarie sulla solvibilità – cioè sulla possibilità di pagare le somme prese a prestito - dei clienti. Ma ciò può accadere anche per un semplice errore delle procedure informatiche delle finanziarie o dei gestori dei Sic. In ogni caso l'iscrizione dei debitori nella black list, legittima o ingiusta che sia, compromette la reputazione creditizia del soggetto, impedendogli o rendendogli difficile l'accesso al credito, perché, prima di concedere un credito, banche o finanziarie si documentano sulla solvibilità del cliente che hanno di fronte, consultando proprio i Sic, che sono alimentati dalle stesse banche e finanziarie proprio con le loro segnalazioni dei clienti che non pagano. Si parla di “sistemi” perché i registri sono diversi. Infatti, accanto alla Centrale rischi della Banca d'Italia, che contiene le segnalazioni relative ai prestiti e ai mutui superiori a 30mila euro, ci sono pure Sic privati, che contengono dati relativi a pratiche di prestito anche di poche migliaia di euro e riguardanti il credito al consumo e, quindi, anche i pagamenti (o i mancati pagamenti) relativi all'acquisto a rate di un semplice frigorifero o di un telefonino. La corretta gestione di questi archivi privati, allora, è alla base della stabilità dell'intero sistema creditizio italiano e dei rapporti con i privati cittadini. Negli ultimi anni non sono mancati però errori e sviste, anche grossolani, tali da portare all'esasperazione pure chi ha sempre pagato con regolarità tutte le rate e se ne è solo dimenticata una o l'ha pagata in ritardo. Come ci si può difendere da questi abusi veri o presunti? Dal 2005 è in vigore il Codice deontologico per i sistemi di informazione creditizia privati e così la tutela dei clienti è aumentata. Innanzitutto, quando si verificano dei ritardi nei pagamenti delle rate l'intermediario, oltre all'invio dei solleciti, deve avvisare l'interessato – almeno 15 giorni prima – della segnalazione a uno o a più Sic, segnalazione che comunque non avviene subito, ma solo dopo avere saltato il pagamento di due rate. Ma il consumatore ha sempre diritto a chiedere gratuitamente (o pagando solo 10 euro, in caso di visura negativa) informazioni sui propri dati alle diverse centrali rischi, che devono rispondere tempestivamente ed in modo completo, non limitandosi solo ad una risposta evasiva o ad affermare l’avvenuta iscrizione (o mancata iscrizione) nei registri. Lo ha ribadito di recente anche una sentenza della Cassazione (sezione I civile, 9 gennaio 2013, n. 349). E se il consumatore ritiene di essere finito ingiustamente nella black list? Può allora inviare una lettera raccomandata con avviso di ricevimento per chiedere la rettifica del dato errato, che va corretto senza indugio ed automaticamente. Una volta stabilito che la segnalazione fatta dall'intermediario ad una centrale rischi è illecita, scatta anche il diritto per il cliente al risarcimento dei danni subiti, sotto forma di danno patrimoniale e morale. Il primo, inteso come perdita di chances, può essere liquidato solo se il cliente riesce a dimostrarlo, cioè se riesce a provare che a seguito di quella segnalazione errata non ha potuto ottenere un altro prestito e questo mancato credito ha fatto sfumare un affare. Più difficile è invece provare il danno morale subito. Al riguardo ci sono due diversi orientamenti. Da una parte si ritiene che questo vada sempre risarcito, perché la segnalazione alla centrale rischi comporta di per sé una lesione alla reputazione di buon pagatore del cittadino; in altri casi, invece, si è detto che il cliente deve sempre dimostrare e provare il danno subito. Come si è visto, di fronte alle iscrizioni di un consumatore in una black list c'è sempre la possibilità di porvi rimedio e di tutelare i propri diritti ingiustamente lesi, purché - ovviamente - ci si trovi in perfetta buona fede. Lo scopo della procedura è infatti quello di garantire la tutela della dignità e della riservatezza del soggetto interessato, poiché essere considerati cattivi pagatori può avere effetti negativi sull’acceso al credito, sull’iniziativa privata, sulle proprie relazioni sociali e professionali. 

Pubblicato su: Il Mercatino - marzo 2013.

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