Il condominio italiano? Un grande sprecone

Un condominio dispendioso. È quello italiano, che in media consuma 27.900 metri cubi di gas all'anno ed emette 56mila chilogrammi di anidride carbonica nell'atmosfera. La sua bolletta media è pari ad oltre 26.300 euro, circa 1.256 euro a famiglia. Che fare per ridurre questi sprechi? Basterebbe un intervento di riqualificazione energetica in grado di abbattere almeno del 32,5% i consumi e, contando che sono circa un milione i condomini sul territorio nazionale, si potrebbero risparmiare ben 8,3 miliardi di euro ogni anno. Una bella cifra. Sono questi i dati raccolti da Domotecnica, che ha redatto l'identikit del condominio medio italiano, con impianto centralizzato alimentato a metano, di medio-piccole dimensioni (circa 20 alloggi). L'analisi dei consumi ha messo in evidenza che, grazie a un semplice intervento di riqualificazione su impianti e dispersioni termiche, l'edificio-tipo italiano potrebbe risparmiare fino a 8.328 euro l'anno, quasi 400 euro a famiglia. E la riduzione potrebbe raggiungere anche il 48%-50%, nel caso del cambio del combustibile da gasolio a metano, mentre si riduce al 15% ove si utilizza il teleriscaldamento. Dalla mappatura effettuata emergono informazioni preziose: il 70% dei consumi energetici nel residenziale è dovuto ad usi termici e dall'analisi di un campione di 150 condomini (pari a 2.500 famiglie), il risparmio medio generato dalla sola introduzione di impianti più moderni è stimato sui 250 euro l'anno per famiglia, mentre il taglio dei costi è più alto quando l'impianto centralizzato provvede anche alla produzione di acqua calda sanitaria. In quest'ultimo caso, infatti, è possibile installare un sistema di pannelli solari termici che integrano l'apporto energetico con adeguati sistemi di accumulo. Spesso, inoltre, il dimensionamento della caldaia viene fatto senza tenere conto delle dispersioni, dell'analisi del fabbisogno e dei picchi di produzione dell'acqua calda sanitaria, generando sprechi evitabili. In media un intervento capace di tagliare la bolletta energetica del 35% circa richiede tempi di rientro dell'investimento iniziale tra i 4 e i 5 anni. Ovviamente le variabili che concorrono alla determinazione dei risultati sono diverse: dipende dal numero di alloggi, dall'età del condominio, dalla zona climatica in cui ci si trova (è ovvio che un condominio di Milano è più energivoro, rispetto ad un altro situato a Palermo), dal tipo di combustibile utilizzato (il metano è più economico del gasolio) e dall'eventuale utilizzo del teleriscaldamento. Ma come individuare gli sprechi in condominio per poi intervenire adeguatamente? Il primo passo per ridurre gli sprechi in condominio è la diagnosi energetica. Per un edificio con una quindicina di alloggi essa costa circa 3.800 euro. Tale mappa consente di conoscere nel dettaglio le cause delle dispersioni termiche ed individua gli interventi più convenienti, il loro costo e i benefici che sono in grado di generare in bolletta. Al riguardo sarà l'assemblea dei condomini a deliberare la spesa ed incaricare l'amministratore di affidare la diagnosi, tramite valutazione dei preventivi, a un'impresa specializzata. A quel punto sarà poi l'amministratore a dover fornire all'impresa una scheda con le caratteristiche dell'edificio, i dettagli relativi agli impianti, i dati su consumi e il bilancio consuntivo del condominio comprensivo dei riparti dell'ultimo biennio. Una squadra di tecnici arriverà in condominio per le misurazioni ed i rilievi del caso e dopo verrà redatta la mappatura del condominio. Ecco, il consiglio che ci sentiamo di darvi è quello di sollecitare gli amministratori ad intervenire per fare tali controlli per ridurre gli sprechi e le bollette energetiche. È fondamentale, infine, che i risultati della diagnosi vengano illustrati all'assemblea condominiale direttamente da un tecnico capace di descrivere anche le modalità e i tempi di recupero dell'investimento, il capitolato dei lavori e il computo metrico. L'amministratore, così, potrà richiedere altri preventivi, confrontabili, ad aziende installatrici, ricordando che nel 90% dei casi l'intervento viene finanziato dal risparmio energetico e dalle detrazioni fiscali.

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