L’ex convivente non può essere cacciato da casa

Il convivente proprietario di casa non può mandare via su due piedi l’ex partner, quando il rapporto sentimentale è giunto al capolinea, ma deve seguire l normali regole di correttezza. E così, da un punto di vista puramente giuridico, se l’amore finisce il convivente-proprietario della casa che vuole recuperare, com’è suo diritto, l’esclusiva disponibilità della stessa, non può cacciare l’ex partner via in malo modo o su due piedi, ma deve avvisare l’ex convivente e concedergli un termine congruo per trovarsi una nuova sistemazione. Lo impone il principio di correttezza. È quanto emerge dalla sentenza della Cassazione del 21 marzo scorso (la numero 7214). La fine del rapporto di convivenza non consente all’ex convivente e proprietario dell’immobile, che era la casa comune dei due, di ricorrere alle vie di fatto per cacciare via di casa l’altro. In questo modo la giurisprudenza compie un ulteriore passo avanti verso la tutela della convivenza more uxorio, anche se ciò non significa arrivare ad un completo pareggiamento con il matrimonio.

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