Non accetti un lavoro? Perdi il mantenimento

Avete più di trent’anni, cercate lavoro, ma nessuno di quelli che vi viene offerto vi soddisfa o non risponde alle vostre aspirazioni e pretendete pure di essere mantenuti dai genitori? Attenti, perché per i giudici non sempre ne avete diritto. Infatti, può essere revocato l’assegno di mantenimento al figlio ormai adulto che rifiuta il lavoro, perché non pienamente rispondente alle sue aspirazioni ed ai suoi studi. Lo ha detto la Cassazione, con l’ordinanza 7970 del 2 aprile scorso, che ha respinto il ricorso di una donna separata che si opponeva alla revoca dell’assegno di mantenimento in favore della figlia 37enne, che aveva rifiutato il lavoro in quanto - a suo dire - non consono alle sue aspirazioni ed ai suoi studi. Stando così le cose, il padre aveva chiesto la revoca del contributo per la figlia al giudice di Palermo, che ha accolto l’istanza, con una decisione confermata poi dalla Corte suprema, per la quale, perché ci sia esonero dell’assegno per il figlio maggiorenne, è necessario che il mancato svolgimento di attività lavorativa dipenda dalla sua inerzia o dal suo rifiuto ingiustificato, per cui la figlia, per mantenere il contributo paterno, avrebbe dovuto provare con certezza di non avere mai rifiutato un’occupazione. Da qui la decisione della Cassazione.  
È da dire, per completezza di informazione, che questa posizione dei giudici romani si pone un po’ in controtendenza, rispetto alla giurisprudenza consolidata, che vuole il mantenimento per i figli adulti fino a quando non abbiano trovato il lavoro sperato.

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