Troppo shopping nuoce al matrimonio

La moglie (o il marito) sono malati di shopping “compulsivo”? Spendere per sé tutto ciò che guadagna, obbligando l’altro a provvedere a tutte le spese familiari? Questo è motivo di separazione. Lo ha affermato il tribunale di Roma (sentenza n. 7524 del 9 aprile scorso), che ha addebitato alla moglie la separazione chiesta dal coniuge, stufo di continuare a sostenere da solo le spese familiari, mentre la compagna scialacquava allegramente tutti i suoi guadagni in vestiti, scarpe, profumi ed altro. Ad incastrare la signora sono stati gli estratti conto della banca e le ricevute del bancomat, dai quali sono risultati acquisti continui e compulsivi. La donna, insomma, pensava solo a sé stessa, ignorando le esigenze della casa, dei figli e del coniuge, costretto a sostenere da solo le spese familiari. Da qui l’addebito della separazione alla donna, “colpevole” di shopping “compulsivo”.  

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