Regalereste agli estranei i vostri documenti?

Alzi la mano chi di voi sia tanto stupido da fare decine e decine di fotocopie della propria carta d’identità da distribuire poi agli sconosciuti, magari dopo avere anche aggiunto a penna il vostro numero di conto corrente, il pin della carta bancomat, le password delle proprie mail ed altro ancora. Nessuno? Bene. Ed allora perché questi dati li diffondete abbondantemente e senza un minimo di esitazione in rete? Qualcuno potrebbe approfittarne. Anzi, già lo fanno. 
I cittadini di solito non sembrano percepire correttamente il rischio del furto di identità e gli effetti negativi che ne derivano per la privacy, i soldi o la reputazione o per il carico burocratico di dover dimostrare di non avere mai effettuato quell’operazione a proprio nome.
Alcune ricerche indicano che il 40% degli italiani fra gli 11 e i 74 anni ha subito qualche tentativo di furto elettronico (soprattutto phishing, cioè la richiesta di dati da parte di finti operatori), metà dei quali è arrivata proprio dai social network. Con gli amici è divertente parlare e scambiarsi foto, ma non si devono fornire mai gli elementi di identificazione e di operatività finanziaria. Nella rete, invece, miliardi di informazioni sensibili vengono regalate con grande leggerezza, per la gioia di chi le cattura e le rivende agli operatori economici interessati. Chi scambia opinioni, foto, filmati con altri appassionati di moto probabilmente riceverà offerte da chi vende moto. E fin qui non c'è nulla di illegale, solo il fastidio di vedersi intasata la propia casella di posta elettronica di offerte commerciali... Il pericolo crescente sono, invece, i gruppi illegali, che raccolgono i dati altrui per finalità illecite.
Occorre allora cambiare atteggiamento e creggere i propri comportamenti, per proteggere meglio la nostra privacy, i nostri risparmi e la nostra reputazione.

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