Carte revolving

Con la crisi gli italiani ricorrono sempre più spesso a soluzioni diverse per avere soldi da spendere. Un caso tipico è quello delle carte di credito revolving, un prodotto che consente di disporre subito di una certa liquidità, da rimborsare a rate, ma con interessi salati. Come funziona la carta di credito revolving? La banca che emette la carta mette a disposizione del titolare una riserva di denaro (chiamata fido o plafond) con cui poter effettuare acquisti di beni e servizi e prelevare contante. La restituzione delle somme utilizzate avverrà – a differenza delle carte di credito tradizionali – non in un’unica modalità, ma a rate, secondo modi e tempi stabiliti al momento della stipula del contratto. Il cliente però può sempre modificare l’importo della rata, in base alle proprie esigenze, aumentandola o riducendola, e le rate, alle scadenze stabilite, vengono addebitate sul conto corrente collegato alla carta. Per richiedere la carta occorre presentare alla banca una serie di documenti, mentre l’importo del fido concesso viene stabilito dalla banca, dopo avere valutato l’affidabilità del cliente. Tutto bello? Sembrerebbe di sì, ma state attenti, perché per queste carte bisogna valutare i tassi di interesse praticati dalla banca, che sono piuttosto alti. Se il principale vantaggio della carta revolving è la possibilità di disporre di una certa liquidità da spendere nell’immediato e da rimborsare in piccole comode rate mensili, non bisogna mai dimenticare che la banca richiede pure spese e commissioni varie, una quota annua per avere la carta, spese varie di incasso rata, spese di invio estratto conto ed eventuali premi per coperture assicurative, oltre – come dicevamo prima - ad interessi piuttosto alti sulle somme da restituire. Secondo le ultime rilevazioni della Banca d’Italia, il Taeg, cioè il tasso annuo effettivo globale applicato mediamente sulle carte di credito revolving nel trimestre luglio-settembre dalle banche italiane, si è attestato attorno al 17% per importi fino a 5 mila euro e intorno al 12,13% per cifre superiori. Una percentuale più elevata di diversi punti rispetto ai normali prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, che potremmo chiedere alla banca o alla finanziaria. Detto ciò, prima di scegliere una carta revolving, quindi, ci sono una serie di elementi e di parametri da considerare. Per questo è molto importante leggere attentamente le condizioni indicate nel contratto e capire se una carta revolving fa proprio al caso nostro. Un altro consiglio può essere quello di pagare regolarmente le rate. In caso di ritardato pagamento, infatti, sono previsti ulteriori interessi, rispetto a quelli già stabiliti in via ordinaria per la restituzione delle rate, e se non si pagano più le rate si può correre pure il rischio di essere segnalati come “cattivi pagatori” nel Sic, il Sistema di informazione creditizio, ed avere bloccato l’accesso al credito. Ecco perché le carte di credito revolving non sono la soluzione ideale per avere soldi da spendere. Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che nessuno – né tanto meno le banche – danno qualcosa in cambio di nulla.

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