La banca è responsabile per irregolare tenuta del conto corrente

La banca è responsabile per irregolare tenuta del conto corrente, per non aver contabilizzato le operazioni compiute in vita dal cliente e per aver svolto adempimenti parziali ed incompleti. Lo ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza n. 20899 dello scorso 12 settembre. I giudici si sono espressi su un caso in cui due di tre figli, alla morte del genitore, nell’agire per accertare la loro qualità di eredi e per la ricostruzione dell’asse ereditario del padre morto, si accorgono di una irregolare tenuta del conto corrente bancario e agiscono in giudizio chiedendo la condanna della banca al risarcimento del danno per l’illegittima disposizione dei capitali del de cuius, che aveva comportato l’impossibilità di ricostruire l’asse ereditario del defunto. In primo grado la domanda di risarcimento del danno nei confronti dell’istituto di credito è rigettata, mentre in appello è stata riconosciuta la responsabilità della banca per il pregiudizio subito dai coeredi. La banca ha avanzato allora ricorso per Cassazione, affermando la propria irresponsabilità in quanto all’epoca della morte del cliente non vi erano disposizioni normative che imponessero l’obbligo della forma scritta per i contratti bancari e per le operazioni ad essi connesse. Ma la Corte suprema ha dato torto all’istituto di credito. Lo stesso, infatti, è tenuto - in base all’ordinaria diligenza - a rendere facilmente accertabili le operazioni compiute dal cliente, anche al fine di consentire agli eredi di ricostruire l’asse ereditario del correntista defunto. Secondo i giudici romani la banca, a prescindere dall’obbligo di forma scritta per i contratti bancari, è sempre responsabile per l’irregolare tenuta del rapporto di conto corrente. Da qui la condanna dell’istituto di credito al risarcimento dei danni agli eredi del de cuius.

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