Fisco in ritardo? Paga interessi e maggiore danno

Il fisco non adempie prontamente alle sue obbligazioni con il contribuente? Allora deve pagare e caro. L’amministrazione che tarda a rimborsare le imposte deve risarcire il contribuente di tutti i pregiudizi sofferti, inclusi gli interessi e il maggior danno. Lo ha affermato la Corte di cassazione (ordinanza n. 28332 del 18 dicembre 2013), che ha accolto il ricorso di una banca che chiedeva il risarcimento dei danni subiti per il ritardo eccessivo nel rimborso dell’Ires. I fatti. L’istituto di credito ha chiesto un rimborso dell’imposta, ma senza alcun risultato. Così si è rivolta alla commissione tributaria chiedendo il maggior danno subito dal ritardo imputabile al fisco. La commissione ha però respinto la richiesta, affermando che le norme tributarie non prevedono la corresponsione di altri interessi per i danni. A questo punto la banca ha fatto ricorso in Cassazione e lo ha vinto. Per i giudici romani, infatti, anche nei confronti dell’Erario opera il principio che, nel caso di ritardato pagamento, può liquidarsi il danno da svalutazione monetaria, sempre che il creditore dimostri che un tempestivo adempimento gli avrebbe consentito di impiegare il denaro in modo tale da elidere gli effetti dell’inflazione.

Commenti