La prima casa deve essere reale

Avete acquistato un immobile come prima abitazione? L'alloggio va effettivamente utilizzato, perché non bastano le solo dichiarazioni d'intenti di adibirlo in futuro. E questo deve essere fatto entro tre anni dall'acquisto, pena la perdita di tutti i benefici fiscali. Lo ha deciso la Corte di cassazione (sentenza 9 ottobre 2013, n. 22944), stroncando così sul nascere qualsiasi “furbata” fatta solo per esigenze speculative. Nel caso di specie, un tale aveva acquistato un'abitazione con l'intenzione di farne la prima casa, godendo così dei benefici fiscali, ma limitandosi solo ad eseguire alcuni lavori, senza fare seguire alle parole i fatti, cioè senza trasferire nella nuova casa la residenza. L'agenzia delle entrate è allora intervenuta, accertando la violazione e pronunciando la decadenza del contribuente dai benefici fiscali, agendo per il recupero delle imposte ordinarie (di registro, ipotecarie e catastali) dovute, oltre alle sanzioni di prammatica. Inutili le doglianze del contribuente in commissione tributaria, che le ha respinte con una decisione poi confermata dalla Cassazione, che ha sottolineato che l’agevolazione fiscale prima casa dipende da un obbligo assunto dal privato verso il fisco, consistente nella decisione di adibire la casa acquistata ad abitazione principale entro tre anni dal rogito, termine entro il quale l'amministrazione tributaria può compiere l'accertamento, purché alle dichiarazioni di intenti segua sempre un effettivo utilizzo dell'immobile ad abitazione principale.

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