Il certificato di abitabilità requisito essenziale

Manca il certificato di abitabilità dell’appartamento? L’acquirente può fare saltare l’affare e chiedere pure la restituzione del doppio della caparra versata e, se l’appartamento non in regola è già stato venduto, il nuovo proprietario può chiedere il risarcimento danni. È questo il risultato della sentenza 629 del scorso mese di gennaio, con la quale la Corte di Cassazione ha affermato l’impossibilità di derogare al principio generale che prevede l’obbligo di rilasciare l’abitabilità per le case messe in vendita, perché il certificato di abitabilità è requisito essenziale del bene immobile compravenduto, in quanto va a incidere sull’attitudine del bene ad assolvere la sua funzione economico-sociale, assicurandone il legittimo godimento e la commercialità. Senza questo atto indispensabile, quindi, il venditore è considerato inadempiente nei confronti dell’acquirente del bene, venendo pure accusato di avere venduto una cosa per un’altra, circostanza che autorizza il compratore a chiedere quindi il risarcimento per la ridotta commerciabilità del bene o, se l’affare non è stato ancora concluso, il doppio della caparra pagata all’altra parte. I giudici però sottolineano che il venditore può salvarsi rilasciando all’acquirente il certificato di abitabilità anche dopo la conclusione dell’affare.

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