La Corte di giustizia protegge il diritto all'oblio sul web


Se siete preoccupati perché avete fatto qualcosa di male in passato e vorreste ore che non si sapesse in rete, adesso un aiuto viene dalla Corte europea di giustizia, che ha sancito l'esistenza del diritto all'oblio digitale. La decisione è stata presa in una causa intentata da uno spagnolo che chiedeva che le informazioni relative al pignoramento della casa di sua proprietà, avvenuto nel 1998, e presente sui motori di ricerca fossero cancellate, perché nel frattempo i debiti sono stati pagati, mentre la notizia continuava ad essere presente su Internet. I giudici di Lussemburgo hanno dato ragione all'uomo e così adesso Google e gli altri motori di ricerca (ma anche Facebook...) dovranno rimuovere i dati che sono “irrilevanti, inadeguati o non più rilevanti o eccessivi alla luce del tempo passato”, perché il diritto all'oblio dei singoli viene prima dell'interesse pubblico. Questa la decisione. Ma quali sono gli effetti sui cittadini europei di questa sentenza? Le aziende che operano sul web non dovranno cancellare i dati di tutti noi, sarebbe impossibile e contrario anche al diritto di cronaca e di diffusione delle notizie. Dovranno però farlo se e quando qualcuno di noi lo chiederà, in ossequio al diritto all'oblio, a cui tutti noi abbiamo diritto.
La questione però pone dei problemi tecnici e di costi, perché serviranno risorse economiche e personale per cancellare i dati relativi alle persone che hanno chiesto di esercitare il diritto all'oblio.

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