Istallare una canna fumaria in condominio


Prima di installare una canna fumaria in un condominio è meglio “ripassare” il contenuto di due interessanti pronunce della Corte di cassazione in materia, la 2741 del 23 febbraio 2012 e la 4936 del 30 gennaio 2014.
Secondo i giudici romani, per installare una canna fumaria in condominio (il caso classico è quello di un ristorante al piano terreno di un fabbricato che ha la necessità di un sistema per smaltire i fumi) occorre fare i conti innanzi tutto con il regolamento condominiale. Se questo non pone ostacoli, è possibile procedere all’installazione della canna fumaria senza alcun problema, nonostante l’eventuale opposizione da parte dei condomini, che temono un danno sulle vedute e invocano le norme sulle distanze fra proprietà. Ovviamente la canna fumaria può essere realizzata nel rispetto del decoro architettonico della facciata e del diritto di tutti i condomini di fruire anche loro del muro comune del fabbricato. Inoltre, bisogna sempre rispettare le norme in materia di immissioni intollerabili (articolo 844 dal codice civile), perché i fumi emessi dalla canna non devono risultare nocivi alla salute e pregiudicare i diritti di proprietari e inquilini del palazzo. Infine, la canna fumaria non può essere paragonata ad una costruzione vera e propria, perché è solo un semplice accessorio di un impianto. Per questo motivo, ritengono i giudici, essa non è soggetta ai limiti di cui all’articolo 907 del codice civile, che fissa a 3 metri la distanza minima dal fondo del vicino. Quest’ultimo punto però, affermato nella sentenza 2741, desta qualche perplessità, perché contrasta con la giurisprudenza prevalente della stessa Corte suprema che, proprio sulle distanze legali, ha chiarito come debba intendersi per costruzione qualsiasi opera che abbia i caratteri della solidità, stabilità e immobilizzazione rispetto al suolo. Sul tema c’è allora da auspicare un intervento delle sezioni unite.

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