L'aereo si considera arrivato solo quando si apre il portellone


La Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito il criterio per calcolare le ore di ritardo aereo, necessario per chiedere il rimborso del biglietto. E così l'aereo si considera effettivamente arrivato
quando il portellone si apre ed i passeggeri possono uscire. Solo allora è finito il servizio del veivolo e si può stabilire se il volo è in ritardo o no. Da ora in poi, quindi, per stabilire se il volo ha fatto ritardo è necessario guardare l’orologio nel momento in cui si esce effettivamente dall'aereo e non quando le ruote dell'aeromobile hanno toccato terra. Potrebbe sembrare una questione di poco conto o eccessivamente puntigliosa, ma non è così, poiché dal momento in cui l’aereo atterra a quello in cui i passeggeri effettivamente escono, spesso trascorrono lunghi minuti, dovuti a tutta una serie di complesse operazioni, che non possono essere addossate al passeggero.
La decisione dei giudici europei è intervenuta per dirimere un caso di ritardo di un vettore aereo tedesco. Il volo era atterrato con un ritardo di 2 ore e 58 minuti, arrivando però al parcheggio - e quindi facendo uscire i passeggeri - dopo altri 5 minuti, giungendo così a superare le tre ore e facendo quindi scattare il diritto al rimborso. Ma la compagnia aerea era di diverso avviso, affermando che il rimborso non era dovuto, in quanto l'aereo era atterrato, cioè aveva toccato il
suolo, prima delle tre ore. I giudici europei hanno però sposato la prima tesi, condannando così la compagnia aerea al rimborso del dovuto. Per la corte Ue, infatti, i passeggeri sono liberati dal vincolo solo nel momento in cui sono autorizzati a lasciare il veivolo e non prima. Solo in questo momento cessa per loro il danno.

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