Come difendersi dagli "squilli molesti"


Chi di noi non ha mai ricevuto una telefonata - al cellulare o al telefono di casa - per la vendita di un prodotto o di un servizio? Sicuramente tanti, se non tutti, e ognuno di noi ne è sempre rimasto
infastidito, si è sentito violato nella sua privacy domestica... Ma c'è un modo per tutelarsi da questi "squilli molesti". Ecco come fare. Se il nostro numero di telefono compare negli elenchi, è possibile  chiedere al proprio gestore telefonico (Telecom, Vodafone, ecc.) che venga rimosso. Altrimenti ci si può iscrivere al Registro pubblico delle opposizioni, che serve a negare espressamente il consenso a  essere contattati da forme di telemarketing. Se però il telefono è riservato e quindi non c'è in elenco (come accade per la maggior parte dei cellulari) non è possibile iscriversi al Registro e occorre
ricorrere al Codice della privacy, chiedendo a chi ci contatta come ha avuto il nostro telefono e procedere a cancellarlo da questo elenco. Ci sono però numerazioni che compaiono non negli elenchi telefonici ma in pubblici registri, elenchi, atti, albi o documenti conoscibili da tutti. In questo caso la telefonata di promozione può avvenire senza consenso dell’intestatario se è direttamente collegata all’attività svolta dal chiamato, oppure se la specifica disciplina di riferimento prevede tali attività di marketing. Nonostante ci si sia tolti dagli elenchi telefonici, oppure si abbia scelto per l’iscrizione al Registro delle opposizioni, può capitare che le telefonate di disturbo non cessino. Questo accade perché abbiamo dato il nostro consenso a uno o più soggetti per ricevere chiamate promozionali, ad esempio firmando il modulo per la privacy per ottenere una carta di credito, sottoscrivere un abbonamento alla nostra rivista preferita, avere una camera in albergo. La società che ha acquisito il consenso, prima o dopo l’iscrizione dell’utente al Registro delle opposizioni, può effettuare telemarketing senza consultare il Registro stesso. L’unica via per chi si sente disturbato resta allora quella di rifiutare la chiamata al momento del contatto e chiedere la cancellazione dei propri riferimenti per eventuali campagne future, come prevede la normativa sulla privacy. Ciò detto, ci si è accorti che gli squilli molesti non calano, per cui il meccanismo previsto dal legislatore sembra non funzionare a dovere. E' allora auspicabile che le norme siano cambiate. Non deve spettare agli utenti negare il consenso, ma agli operatori chiederlo.

Pubblicato su: Il Mercatino - giugno 2015.

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