Lumi, libertà e musica contro l’Isis

In questi tempi in cui la barbarie di pochi invasati (Isis) sta minando le sicurezze e le libertà di molti, potrebbero essere d'aiuto le parole di Giacomo Leopardi. E per non darla vinta a costoro, voglio proporre un testo elaborato da Antonella Antonia Paolini utilizzando passi tratti dalle opere leopardiane: Epistolario; Martirio de’ Santi Padri; Memorie e disegni letterari; Operette morali; Zibaldone, e pubblicato su Il sole 24 ore di domenica 20 dicembre 2015.

Miei carissimi e amatissimi Italiani ed Europei. In risposta e contro la barbarie cupa ed oscura, e vilmente e stranamente crudele de’ nostri tempi che non proviene solamente dall’ignoranza ma da questa mescolata alla religione, mi piacerebbe solennizzare con voi e con tutta la famiglia europea questo Natale in nome dei lumi, della libertà, dei piaceri e dell’allegria
Resto pienamente convinto del bisogno di allegrezze pazze massime nei tempi delle maggiori angosce e di come l’allegria sia utile non solo all’individuo ma anche agli altri, e serva alla società e renda l’uomo verso altrui tale quale dev’essere.
Perciò amerei concertare un’azione con voi contro le fanfaluche mistiche di cui questi barbari gravi, tristi, velati di neri panni hanno piena la testa e ingombra la ragione, come apparisce dalle gazzette di questi giorni dove anche si recano le loro lettere (cinguettii, ec.) piene di opinioni stravaganti e ridicole, che fanno dell’amor di questa loro tirannide una nuova religione, tutta nuovi misteri.
Dinanzi a tali spietati e malvagi uomini a niente vale piagnere.
Pigliamo invece grande animo e gittiamo da noi ogni paura e viltade, giacché chiamare aiuto per paura non mi sta bene, facciamoci coraggio e proviamo un poco di far paura a loro, com’io consigliava, cioè coi lumi, coi piaceri, colla musica, colla nostra allegria. L’allegria che bene spesso è madre di benignità e d’indulgenza, al contrario delle cure e dei mali umori che soggiogano questi barbari. Alla tirannia fondata sopra l’assoluta barbarie, superstizione, e intera bestialità de’ sudditi, poi, giova l’ignoranza, e nuoce definitivamente e mortalmente l’introduzione dei lumi. Perciò i tiranni proibiscono gli studi.
A dispetto loro coltiviamo la conoscenza, la bellezza, le arti e la musica. E specialmente la musica (che quelli proibiscono) perché la particolarità del suono è di produrre per se stesso un effetto più spirituale dei cibi, dei colori degli oggetti tastabili ec. Laonde quello stesso spirituale del suono è un effetto fisico di quella sensazione de’ nostri organi, e infatti non ha bisogno dell’attenzione dell’anima, perché il suono immediatamente la tira a se.
Perciò vi propongo di mandare vivacemente assai le dilettosissime melodie di Rossini nelle piazze, al passeggio, nei luoghi affollati per rallegrare l’animo e combattere la nera orrida barbarie. E, chi lo desidera, potrà pure dire qualche mio verso con voce alta, ch’io sarò contento.
(Per Natale infine, se lo vogliono, un consiglio e un augurio anche per questi barbari sanguinari: Signori, veramente non so qual migliore occupazione si possa trovare al mondo, che quella di fare all’amore, sia di primavera o d’autunno; e certo che il parlare con una ragazza vale dieci volte più che girare, come io fo, attorno all’Apollo di Belvedere o alla Venere Capitolina.)
Vi abbraccio e vi auguro il buon Natale. State allegri e amatemi sempre, come io v’amo senza fine. Il vostro
Giacomo Leopardi

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