Bolletta elettrica. Cosa cambia?

Probabilmente molti di voi non lo sanno o non se ne saranno accorti, ma già dal primo gennaio di quest'anno è entrata ufficialmente in vigore la tanto discussa riforma delle tariffe dell'energia elettrica. Discussa poiché il cambiamento sembra essere in peggio, come contestato anche dalle associazioni dei consumatori. La bolletta della luce, infatti, oltre ad inglobare il contestato (ed odiato) canone tivù, dall’inizio dell’anno prevede una serie di modifiche che si svilupperanno gradatamente per arrivare a regime solo nel 2018 e che interesseranno i quasi 30 milioni di utenti domestici. Di cosa si tratta? Secondo l'Autorità per l'energia con la riforma delle tariffe elettriche introdotta nel 2016 si vuole sostenere la diffusione di consumi efficienti, oggi penalizzati da costi eccessivi, semplificare e rendere più trasparente la bolletta, nonché più equo quello che paghiamo. Ma sarà davvero così? Vediamo un po’ più da vicino la riforma. Essa prevede il graduale superamento dell'attuale sistema di pagamento dell'energia elettrica con tariffe di rete e degli oneri di gestione progressivi (aumentano con l’aumento dei consumi), introdotta dopo la crisi petrolifera degli anni ’70 per scoraggiare i consumi di energia elettrica. In questo modo il costo del kWh cresce all’aumentare dei consumi, sulla base del principio che chi consuma tanto paga tanto e chi consuma poco paga poco. Semplice e lineare, insomma. Con la riforma entrata in vigore da pochi mesi, invece, secondo l'Autorità per l'energia si punterà a consumi domestici più efficienti, senza penalizzare le famiglie numerose con elevati consumi elettrici; inoltre, l’obiettivo è anche quello di semplificare le bollette, rendendole più trasparenti. Tutto questo avverrà però nell'arco di due anni (2016-2018), al termine dei quali la tariffa di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica) e la tariffa per gli oneri di sistema (cioè i costi per le esigenze generali del sistema elettrico nazionale), che coprono oltre il 40% della nostra bolletta, saranno uguali per tutti, indipendentemente dal consumo individuale, ed ogni utente dovrebbe pagare solo per i servizi che utilizza, indipendentemente da quanto utilizzo ne fa, mentre i cittadini con consumi più elevati godranno di una riduzione del costo della luce. Per le famiglie a basso reddito e con bassi consumi ci sarà poi uno sconto, che scatterà automaticamente in presenza di certe situazioni di reddito. In questo modo, sempre secondo l’Autorità per l'energia, la riforma dovrebbe spingere le famiglie ad istallare apparecchiature elettriche efficienti, che renderebbero più conveniente l'uso dell'energia elettrica, acquisto oggi scoraggiato anche dalle tariffe progressive (più consumo, più pago). In pratica, in questo modo gli utenti saranno incoraggiati a consumare di più usando però apparecchiature più efficienti energeticamente e di conseguenza meno “energivore”. Le associazioni dei consumatori però dubitano che la riforma porti un vantaggio effettivo agli utenti, temendo un aumento dei costi per chi consuma poco e soprattutto l'introduzione del mercato libero e la scomparsa del mercato tutelato per usa meno l’energia elettrica. Insomma, sembrerebbe che la riforma sia a tutto vantaggio delle imprese elettriche. Per intanto già dal 1° gennaio la riforma è partita. Ecco le tappe del cambiamento. Dal 1° gennaio 2016 la struttura tariffaria a scaglioni resta invariata e si ha un cambiamento solo per le tariffe per i servizi di rete. Dal 1° gennaio 2017 ci sarà la piena applicazione della tariffa non progressiva per i servizi di rete e verrà effettuato il primo intervento anche sulla tariffa per gli oneri di sistema. Dal 1° gennaio 2018 la riforma sarà a pieno regime.

Pubblicato su: Il Mercatino - marzo 2016.

Commenti