Il posto

Su Il sole 24 ore di domenica 25 settembre Gianfranco Ravasi ha pubblicato il seguente commento nella sua rubrica settimanale. 

Non disprezzare nessuno e non ritenere strana nessuna cosa, perché non c'è nessuno che non abbia la sua ora e non c'è niente che non abbia il suo posto.
Un’intuizione semplice eppure folgorante questa che ci è offerta da uno dei “detti dei padri” conservati nella Mishnah, la grande raccolta di testi rabbinici redatta nei primi due secoli dell’era cristiana. Un’intuizione disattesa ripetutamente da tutti i popoli, spesso incapaci di rispettare l’altro, cioè la diversità, ignorando la bellezza della molteplicità voluta dal Creatore.
Il libro biblico della Sapienza si rivolgeva a Dio così: «Tu ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato perché, se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata» (11,24). Un altro aforisma giudaico affermava che gli uomini impiegano un unico conio e fanno monete tutte uguali; Dio usa un unico conio e fa le creature umane tutte diverse tra loro, pur nell’identica dignità naturale. Contro ogni meschinità razzista o superbia nazionalista o integralismo religioso o vanità intellettuale, adottiamo il motto di Spinoza: «Non deridere mai le azioni umane né compiangerle o detestarle, ma comprenderle».

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