Rottamazione delle cartelle esattoriali. Quello che c'è da sapere

Il 24 ottobre è entrata in vigore la "rottamazione" delle cartelle esattoriali di Equitalia (in Sicilia, Riscossione Sicilia), cioè la possibilità per i debitori, che devono ad Equitalia le tasse e le imposte per conto dell’Erario, di pagare meno a certe condizioni. La rottamazione, cioè la definizione agevolata delle pendenze con la pubblica amministrazione, presenta una certa convenienza per i contribuenti, che possono così chiudere la partita con Equitalia. La rottamazione è prevista dall'articolo 6 del decreto legge 22 ottobre 2016, n. 193.
Come fare? Innanzitutto è bene sapere che non tutte le imposte e le tasse sono rottamabili, ma solo quelle affidate ad Equitalia (in Sicilia a Riscossione Sicilia) per gli anni dal 2000 al 2016. E così sono rottamabili le cartelle di pagamento che riguardano imposte e tasse statali, compresa l’Iva, contributi assistenziali e previdenziali, tributi locali e regionali. Sono invece escluse dalla rottamazione le risorse comunitarie, come i dazi e le accise, l’Iva all’importazione, le somme derivanti da recupero di aiuti di Stato e da condanne della Corte dei conti, le sanzioni penali e le multe del codice della strada. Per queste ultime però la definizione è ammessa solo per le somme aggiuntive alla sanzione. Sono ammesse alla rottamazione sia le cartelle non pagate, anche solo in parte, che quelle non pagate perché è in corso un contenzioso con l’Erario, purché il debitore rinunci a proseguire il ricorso. Per accedere alla rottamazione il contribuente deve presentare entro il 31 marzo 2017 ad Equitalia (o Riscossione Sicilia) via mail o pec o recandosi direttamente allo sportello un’istanza, usando l’apposito modulo che si trova sul sito Internet di Equitalia (o Riscossione Sicilia). Nella domanda bisognerà indicare, oltre alle generalità del debitore, la scelta se pagare in un’unica soluzione o a rate (in quest’ultimo caso occorrerà indicare pure il numero delle rate con cui si intende pagare, con un massimo di cinque, da saldare entro il 15 settembre 2018. Se si sceglie di pagare a rate però, sulle rate successive alla prima saranno applicati gli interessi del 4,50% annui) e gli eventuali ricorsi ancora pendenti con l’Erario, con l’impegno a rinunciarvi (sono ammesse però a rottamazione anche le cartelle mai impugnate dal contribuente). Alla domanda andrà allegata la copia di un documento di identità. Entro il 31 maggio Equitalia (o Riscossione Sicilia) deve inviare al debitore il prospetto con le somme dovute e l’importo e le scadenze delle singole rate. Presentata la domanda, si bloccano tutte le iniziative che Equitalia (o Riscossione Sicilia) ha già intrapreso o può intraprendere contro il debitore (fermi, ipoteche o procedure esecutive). Il pagamento deve essere effettuato con domiciliazione bancaria, bollettini precompilati o direttamente alle casse di Equitalia (o Riscossione Sicilia). Se il contribuente non paga anche una sola rata, decade dal beneficio e gli importi già pagati sono considerati come acconto di quanto ancora dovuto.
Cosa si paga? Solo il debito dovuto (imposte, tasse, contributi), l’aggio di riscossione (cioè la somma dovuta ad Equitalia o Riscossione Sicilia per il suo lavoro di riscuotere le tasse e le imposte per lo Stato, le regioni o i comuni) e le spese, ma senza sanzioni né interessi. Nel caso invece di contravvenzioni stradali, occorrerà versare per intero la multa, l’aggio di riscossione, le spese di esecuzione e di notifica della cartella, senza le maggiorazioni e gli interessi di mora. Così con la rottamazione si potranno risolvere un bel po’ di pendenze tributarie con l’Erario, pagando di meno del dovuto.
I vantaggi. Prima di chiedere la rottamazione, occorre sempre valutare attentamente la sua convenienza, perché a volte, dati i tempi lunghi per definire le pendenze tributarie, converrà attendere la prescrizione delle cartelle più vecchie. Per cui conviene chiedere la rottamazione solo se, facendo i conti, il debito non dovesse prescriversi entro il 2017, sfruttando così anche i tempi morti che ci saranno sicuramente tra la chiusura di Equitalia e Riscossione Sicilia, prevista per il 1° luglio 2017, ed il passaggio dei loro compiti all’Agenzia delle entrate. Questo sulla carta. Diversa appare però la realtà, soprattutto in Sicilia, dove ci si chiede come un contribuente che non è finora riuscito a pagare le tasse e le imposte, può pagare oggi in sole quattro rate entro il 15 marzo 2018 una somma sì ridotta, ma talvolta anche di notevole importo. Così, considerate le condizioni previste dalla legge per la rottamazione, in Sicilia si pensa che gli introiti saranno inferiori a quanto stimato.

Pubblicato su: Il Mercatino - dicembre 2016.

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