Le agevolazioni previste per chi compra casa

Nonostante la crisi economica non sia ancora finita, alcuni segnali ci dicono che sul fronte casa già qualcosa si muove. Stanno infatti aumentando le compravendite di case e la sottoscrizione di mutui, favorite anche dai bassi interessi (2,1% è il tasso medio praticato dalle banche) e dalla discesa dei prezzi degli immobili, ma è ancora troppo poco perché si possa dire che il mercato immobiliare è ripartito. I tassi ed i prezzi più bassi, infatti, non bastano da soli a convincere le famiglie a comprare una casa, perché ci vuole altro, in quanto le tasse sugli immobili, l’incertezza economica, i bassi redditi, la mancata occupazione, gli impieghi precari dei giovani frenano ancora questa decisione, penalizzando gli acquisti di immobili. In questi ultimi anni i governi italiani hanno varato una serie di misure per incentivare l’acquisto di una casa, ma non bastano, perché solo una vera ripresa dell’economia, con l’aumento dell’occupazione e dei redditi, darebbe alle famiglie la possibilità di pensare all’acquisto di una casa.
L’agevolazione “prima casa”. La grande parte degli immobili oggi vengono acquistati con l’agevolazione “prima casa”, che consiste: se il venditore è un’impresa, c’è la riduzione dell’Iva dal 10 al 4%; se il venditore è un privato, c’è la riduzione dell’imposta di registro dal 9 al 2%. Per comprare la “prima casa” è necessario rispettare alcune regole: la casa deve appartenere al gruppo catastale A (non però A/1, A/8 e A/9) e deve trovarsi nel comune in cui l’acquirente ha già la sua residenza o nel quale la stabilisca entro 18 mesi dal rogito o nel comune in cui l’acquirente lavora o studia o nel comune in cui si trova il suo datore di lavoro; nell’atto di acquisto l’acquirente deve dichiarare di non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniuge di altra casa di abitazione nel territorio del comune dove si trova la casa da acquistare. È vero che non si può acquistare una “prima casa” se già se ne possiede un’altra, però è possibile aggirare il divieto intestando, ad esempio, una casa al marito, una seconda casa alla moglie (purché ci sia la separazione dei beni. In caso contrario si deve prima vendere o donare la quota di uno dei coniugi, per avere di nuovo lo sconto “prima casa” su un’altra casa) e le altre ai figli.
Formule alternative di acquisto. Di recente si sono scoperte alcune possibilità alternative per acquistare una casa, che però ancora non decollano, perché serve un “passaggio culturale” degli italiani dalla proprietà all’uso dell’immobile, che non è facile, in quanto si vede ancora la casa come un “bene rifugio”. Queste formule alternative sono: l’acquisto della nuda proprietà, il leasing abitativo ed il rent to buy. Con l’acquisto della nuda proprietà si compra solo questo diritto. È usata dagli anziani senza figli, che posseggono solo la casa di abitazione. Essi, vendendo la nuda proprietà e riservandosi l’usufrutto, avranno un gruzzoletto per integrare la pensione, rimanendo sempre ad abitare la casa finché saranno in vita, mentre chi acquista la nuda proprietà risparmia sul prezzo (perché compra solo un diritto) e potrà usare il bene solo alla morte dell’usufruttuario. Con il rent to buy (affitto con diritto di riscatto) il potenziale acquirente prende in locazione la casa da acquistare ed i canoni che pagherà al proprietario verranno scomputati dal prezzo finale di vendita, mentre il venditore è garantito contro la morosità dell’inquilino dalla possibilità dello sfratto. Con il leasing abitativo (che è una sorta di affitto), infine, i giovani con un reddito inferiore a 55mila euro annui possono detrarre il 19% dei canoni di leasing, fino ad un massimo di 8mila euro l’anno.
Acquisto di case con classe energetica A o B. Chi compra una casa in classe energetica A o B da affittare, potrà godere di una deduzione del 20%, fino ad un massimo di 300mila euro di valore dell’immobile comprato.
La ristrutturazione. E’ possibile pure comprare una casa da ristrutturare, godendo così delle detrazioni fiscali. Bisogna però fare bene i conti, considerando la differenza di prezzo tra una casa da ristrutturare e una che non necessita di alcun intervento, il costo ed il tipo di lavori da fare (le detrazioni sono infatti del 50% sul recupero edilizio e del 65% per il risparmio energetico), il reddito dell’acquirente, che deve essere abbastanza elevato da generare un’imposta da abbattere con le detrazioni (e rimanere tale per i prossimi anni).

Pubblicato su: Il mercatino - ottobre 2017.

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