#I due silenzi

Ieri, come di consueto, Gianfranco Ravasi ha pubblicato su Il sole 24 ore il suo Breviario domenicale, che voglio condividere.

Nella vita, come nell’arte, è difficile dire qualche cosa che sia altrettanto efficace quanto il silenzio.
Ho alle spalle un mare di parole mie dette e scritte. 
Forse è proprio per questo che riconosco la verità dell’affermazione del filosofo Ludwig Wittgenstein appena citato. Già la tradizione neopitagorica dichiarava che il sapiente non rompe il silenzio se non per dire qualcosa di più importante del silenzio. Certo, c’è silenzio e silenzio. Il mutismo è semplicemente vuoto per cui non sempre è vero che chi tace acconsente, perché spesso chi tace semplicemente non dice e non sa dire niente. C’è, però, un altro silenzio che è linguaggio del cuore, come accade a due innamorati che si guardano negli occhi senza pronunciare verbo e quel linguaggio è più eloquente delle parole. C’è un silenzio che è ascolto dell’altro. C’è il silenzio della riflessione intima della mente e della coscienza e, infine, c’è il silenzio della mistica, della contemplazione, della meditazione. Perciò ha ragione il proverbio giapponese che dice: «L’uomo in silenzio è più bello da ascoltare».

Commenti