L’uso del drone

Ormai siamo sempre più abituati a vedere volare sulle nostre teste i droni, quegli elicotterini che hanno nella “pancia” una telecamera per riprese mozzafiato dall’altro. Ormai non c’è più matrimonio o compleanno, festa o concerto che non veda l’uso di droni. Ma basta solo acquistarne uno e provare a “giocarci” un po’ per essere sicuri e liberi di farlo ovunque e comunque? Non sempre è così, perché spesso si può andare incontro ad irregolarità non volute, perché in certi casi sono necessari il brevetto di pilota, l’autorizzazione per il sorvolo di alcune aree e l’assicurazione contro i danni a terzi. Innanzi tutto occorre distinguere tra aeromodelli, usati solo per divertimento, ed aeromobili professionali, anche se uno stesso drone, magari acquistato su Internet per poche centinaia di euro, può essere considerato aeromodello o aeromobile a seconda di come si utilizza. Con un aeromodello si può volare solo fuori dei centri abitati, mentre con un aeromobile a scopo professionale puoi farlo anche in città; il primo non può salire oltre i 70 metri dal suolo e non richiede licenze o brevetti, basta solo l’osservanza delle comuni norme di prudenza e condotta, il secondo richiede invece alcune autorizzazioni e licenze. Nell’uso a fini professionali poi si deve distinguere tra operatore e pilota (ma le due figure possono anche coincidere). L’operatore è colui che organizza il volo e quindi chi provvede a richiedere l’autorizzazione per il volo; il pilota è invece chi ha il brevetto. L’autorizzazione per il volo si chiede all’Enac, lo stesso ente pubblico che regola il traffico aereo nazionale, anche (e soprattutto) degli aerei “veri”. Alcuni comuni poi, come Milano o Roma, richiedono il rilascio di un’autorizzazione per il sorvolo dei centri abitati da parte di droni, anche se solo per divertimento. Il brevetto di pilota si ottiene invece solo dopo avere frequentato un apposito corso presso una scuola accreditata, del costo di qualche migliaio di euro. E poi c’è il problema dell’assicurazione per danni a terzi, che è obbligatoria se si fa un uso professionale del drone.
Droni e privacy. Un altro aspetto da affrontare quando si pilota un drone per riprese foto e video, è quello della tutela della privacy altrui. Al di là degli usi giornalistici, per i quali si seguono regole particolari, per non violare la privacy altrui, occorre evitare di riprendere i volti delle persone o altri particolari che possano renderli conoscibili. In caso contrario occorre, prima di diffondere le immagini raccolte dal drone, oscurare i volti o chiedere ed ottenere l’autorizzazione alla diffusione delle immagini ai soggetti ripresi. Poi è sempre meglio evitare di sorvolare col drone spazi privati,
rischiando di incorrere in caso contrario anche nel reato penale di violazione di domicilio (articolo 614 del codice penale) che, come ci ricorda la giurisprudenza, può essere leso anche attraverso l’uso di strumenti tecnici e quindi senza la necessità di una intrusione fisica a casa altrui (Cassazione sezioni unite, sentenza 28 marzo 2006, n. 26795; Corte costituzionale, sentenza n. 149 del 2008).
E quando chiedo al fotografo di usare un drone per riprendere i momenti più belli della mia cerimonia di nozze o del mio compleanno? In questo caso di solito il committente non è responsabile del danno fatto dall’operatore a terzi mediante l’uso del drone per riprese aeree, perché sarà solo l’operatore a correre i rischi inerenti dell’attività svolta col drone. Il committente potrebbe però essere responsabile solo se abbia affidato il lavoro ad un soggetto palesemente inidoneo a svolgerlo o si sia intromesso nella gestione del drone in maniera talmente invadente da rendere l’operatore solo un “mero” esecutore dei suoi ordini. Così è meglio affidarsi ad operatori seri, magari facendosi mostrare tutte le autorizzazioni e licenze necessarie ad operare col drone in modo professionale.
Il consiglio allora, per chi parte da zero, è quello di sperimentare prima il volo con il drone, acquistando un velivolo semplice, da modellismo, col quale esercitarsi al volo. Se dopo ore e ore di volo si nota di avere una vera “passione”, solo allora si potrà frequentare una scuola di volo certificata per ottenere il brevetto di pilota e così diventare “dronistri” consapevoli o trasformare una semplice passione in una professione moderna ed interessante.

Pubblicato su: Il Mercatino - febbraio 2018.

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