Le cose da sapere quando facciamo rifornimento

Può accadere che, fatto rifornimento di carburante, dopo pochi chilometri ci accorgiamo che l’auto ha problemi al motore; si ferma e nella peggiore delle ipotesi siamo costretti a chiamare pure il carro attrezzi per portare la vettura in officina, dove si accorgono che il problema è proprio il carburante. Non è raro infatti  il caso di acqua miscelata con benzina, di carburante sbagliato (diesel invece che benzina) o sporco immesso nel serbatoio, di pompe truccate che erogano meno carburante di quanto segnato dal display… Come difenderci? E se abbiamo un danno, chi paga?
Il rifornimento è un contratto. Innanzi tutto dobbiamo ricordarci che quando facciamo rifornimento in realtà stiamo concludendo un contratto con il distributore, come avviene con l’acquisto di tutti gli altri beni o servizi, cosicché il benzinaio deve rispondere della qualità del prodotto che ci vende, proprio come accade al ristorante o al supermercato. Così se alla pompa ci mettono nel serbatoio carburante allungato con acqua o sporco o diesel al posto di benzina, sarà il distributore e la compagnia petrolifera di riferimento ad essere responsabili per eventuali danni causati al motore della nostra auto e noi abbiamo il diritto di chiedere il risarcimento del danno subito.
Come chiedere il risarcimento dei danni. Accertato il danno, si pone il problema di provarlo, onere che spetta sempre all’automobilista danneggiato. Il consiglio è allora quello di farsi rilasciare dal benzinaio la ricevuta del pagamento in contanti o di pagare con carta di credito o bancomat e conservare tutto. Se l’auto dopo il rifornimento si comporta in modo strano, bisogna andare subito dal meccanico di fiducia per un controllo. Se l’officina accerta un danno causato dal carburante cattivo o sbagliato, occorre farsi rilasciare una dichiarazione ed un preventivo della spesa necessaria a sistemare il danno, oppure farsi riparare il danno e chiedere la fattura. Con tutti questi documenti in mano (ricevuta del carburante acquistato, dichiarazione, preventivo o fattura del danno già riparato) ci si reca poi dal distributore che ha causato il guaio, chiedendo a lui i danni. Se egli non vuole sentire ragioni, occorre metterlo in mora, insieme alla compagnia petrolifera, inviando ad entrambi una lettera raccomandata a.r. con cui si spiegano i fatti e si chiede il rimborso del danno subito. Se ancora una volta il benzinaio fa finta di nulla e rifiuta di pagare, l’unica strada sarà allora quella di rivolgersi ad un legale per iniziare una causa di risarcimento danni contro il distributore e la compagnia petrolifera. Se la ricevuta del pagamento del carburante fosse andata persa o ci si è dimenticata di chiederla, ci sono sempre le telecamere di sicurezza del distributore a dimostrare che quell’auto a quell’ora ha effettuato il rifornimento presso quel distributore.
Quando la pompa è truccata. Se il benzinaio immette nel serbatoio benzina al posto di diesel (o viceversa) si tratta di un errore, anche se gli potrà costare caro, perché dovrà risarcire i danni causati alla vettura e noi possiamo agire seguendo la procedura già vista. Ma se egli inserisce nel serbatoio carburante allungato con acqua o meno carburante di quello segnato sulla pompa? Qui si tratta invece di una truffa, che è un reato. Ma come possiamo essere sicuri che il carburante immesso nel serbatoio corrisponda ai litri indicati sulla pompa? Basta guardare mentre si fa carburante una finestrella che di solito è posta su un lato alla pompa e contenente dei piccoli numeri a rullo, che girano mano a mano che il carburante esce dalla pistola. Questi numeri devono corrispondere a quelli più grandi posti sul display della pompa. Se i due contatori non coincidono, c’è qualcosa che non va. Un altro trucco poi adottato dai distributori disonesti è la differenza tra il prezzo dei carburanti indicato nei cartelli esposti e quello segnato sulla pompa (quello che vale è quest’ultimo). Anche qui si tratta di truffa. C’è poi un’altra truffa ai danni degli automobilisti, il trucco della pompa non azzerata. Ogni volta che inizia un nuovo rifornimento il display della pompa non parte da zero euro, come dovrebbe, ma da una cifra superiore. In tutti questi casi dobbiamo reclamare i nostri diritti, denunciando il fatto alla guardia di finanza, che effettuerà i dovuti controlli sulla pompa sospetta, punendo i casi di truffa ai danni dei consumatori ed appioppando sanzioni che possono essere veramente pesanti, fino ad arrivare nei casi più gravi alla chiusura della stazione di servizio ed al processo penale ai danni del benzinaio disonesto.

Pubblicato su: Il Mercatino - aprile 2018.

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