#Il perdono

Come ogni domenica, su Il Sole 24 ore dell'1 luglio Gianfranco Ravasi ha pubblicato il suo Breviario. Ecco il pezzo del primo luglio.

Il perdono di Dio è la risposta al sogno del bambino. Egli desidera il miracolo per cui l'oggetto che ha fatto andare in frantumi sia ancora intatto e quello macchiato irrimediabilmente ritorni ancora pulito. 
Non è solo un sogno dei bambini: talora anche noi, dopo aver spezzato un legame d'amicizia o d'amore con una parola crudele o dopo aver umiliato e allontanato una persona o, più semplicemente, dopo aver commesso una clamorosa stupidaggine, abbiamo sperato nel miracolo che non fosse accaduto nulla.
Dag Hammarskjöld (1905-1961), un politico svedese, Segretario generale dell'Onu, appassionato operatore di pace, assume questa metafora per illustrare il perdono divino. Noi spesso diciamo di perdonare, ma non dimentichiamo l'offesa, oppure consideriamo non più identico a prima il nostro rapporto con l'altro. La Bibbia usa, invece, per Dio un'immagine suggestiva: egli getta alle spalle le nostre colpe, così da non vederle più e farci ricominciare da capo in modo radicalmente nuovo e puro. Purtroppo, però, tra noi a dominare è spesso il desiderio di vendetta e di violenza: Hammarskjöld morì vittima di un incidente aereo sospetto proprio nell'anno, il 1961, in cui gli era stato assegnato il Nobel per la pace.

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