Come cacciare di casa il partner

Avete un marito o una moglie infedele, violento, prodigo e volete troncare ogni rapporto cacciandolo fuori di casa? È possibile sì, ma a certe condizioni, che occorre conoscere bene per non passare dalla ragione al torto.
La coabitazione. L’articolo 143 del codice civile stabilisce che “dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione”, ciò significa che c’è un obbligo per i coniugi anche di vivere sotto lo stesso tetto, di “coabitare”, come dice il codice, per cui chi abbandona la casa coniugale o caccia via da casa l’altro senza un valido motivo, può commettere un reato, che nel primo caso si chiama violazione degli obblighi di assistenza familiare (articolo 570 del codice penale), nel secondo violenza privata (articolo 610 stesso codice); in più, oltre al processo penale, si rischia anche una causa civile di reintegrazione nel possesso (articolo 1168 del codice civile), che va esercitata entro un anno dall’allontanamento da casa e se vittoriosa obbliga il coniuge rimasto nell’immobile ad accogliere nuovamente l’altro, prima cacciato via. Il dovere di coabitazione dei coniugi, così forte e tutelato dalla legge, sia civile che penale, può venire allora meno solo in due ipotesi: a) quando ci sono gravi motivi, come nel caso di violenza ai danni del partner o dei figli o di eccessiva prodigalità; b) quando è il giudice che fa cessare la coabitazione in caso di separazione.
Cacciare di casa il partner. Abbiamo così capito che cacciare di casa il marito o la moglie non è certo facile e non possiamo farlo da soli, perché dobbiamo sempre rivolgerci prima al giudice, depositando in tribunale un’istanza di separazione o una denuncia penale, con le quali si chiede anche l’allontanamento dalla casa familiare dell’altro coniuge, perché ormai ci si sta separando o perché si sono verificati episodi particolarmente gravi, come maltrattamenti, percosse o lesioni ai danni del partner o dei figli. In questi casi il giudice, nel decidere sulla separazione dei coniugi o sulla denuncia penale, può assegnare la casa coniugale ad uno solo dei due, per cui l’altro deve necessariamente andare via.
L’altro non va via. E se il marito o la moglie non abbandonano la casa familiare nonostante il provvedimento del giudice, che si fa? Al solito, non ci possiamo fare giustizia da soli, mettendo fuori della porta di casa le valige del partner, ma occorre inviare all’altro che non va via una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, scritta magari da un avvocato per evitare di sbagliare, con la quale gli si intima di lasciare l’immobile entro una certa data, sulla base della decisione del giudice. Se, nonostante la lettera, l’altro continua a rimanere in casa, irremovibile, bisognerà ricorrere di nuovo al giudice, iniziando un’esecuzione forzata per il rilascio dell’immobile, con l’intervento dell’ufficiale giudiziario, esso sì abilitato a cacciare di casa il partner “resistente”.

Pubblicato su : Il mercatino - settembre 2018.

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