Cosa posso fare se una persona non mi paga?

È questa una domanda che sempre più spesso ci facciamo in questi anni di crisi, quando i soldi diminuiscono, ma aumentano i debiti insoluti; e così ci chiediamo cosa possiamo fare davanti ad un debitore insolvente, che non paga quanto dovuto, a cui abbiamo chiesto più volte il pagamento, ma avendo ricevuto in cambio solo vaghe promesse. Di solito basta rivolgersi ad un avvocato perché pensi tutto lui, ma è giusto che ognuno di noi sappia come muoversi in questi casi e qual è la trafila giusta da seguire per recuperare i nostri soldi.
Raccogliere le prove. Per prima cosa dobbiamo raccogliere tutte le prove del rapporto economico dal quale è nato il credito rimasto insoluto, soprattutto se non c’è un contratto scritto. Basta ricorrere in questo caso a testimoni (coloro che hanno assistito alle trattative o alla prestazione), a lettere, mail o sms che vi siete scambiati e che provino l’esistenza del rapporto economico e del credito. 
Il sollecito di pagamento. Raccolte le prove, facciamo un’ultima telefonata al debitore, invitandolo a pagare. Se neppure questa funziona, occorre inviare al debitore un sollecito di pagamento, cioè una raccomandata con ricevuta di ritorno o una mail certificata (creditore e debitore devono però avere entrambi la mail certificata), con la quale diciamo che abbiamo un credito non ancora pagato, invitando il debitore a pagare entro un certo termine (almeno sette giorni dal ricevimento della lettera), con l’avvertimento che in caso contrario si ricorrerà al giudice per ottenere la somma, con aggravio delle spese. Il sollecito scritto serve anche ad interrompere la prescrizione, evitando così che il nostro credito scada perché non è stato chiesto il pagamento in tempo (normalmente 10 anni, ma 3 anni per i crediti dei professionisti e 5 anni per i danni). Se il debitore dovesse rispondere chiedendo un po’ di tempo per pagare o dicendo che deve di meno o chiedendo dei chiarimenti, avremmo pure ottenuto la prova scritta del credito, che non potrà più essere contestato.
Rivolgersi all’avvocato. Se, nonostante il sollecito, il tempo passa ed il credito non viene pagato o il debitore non risponde, è necessario rivolgersi ad un avvocato, il quale di solito proverà anche lui a sollecitare il pagamento, sollecito che sarà certo più autorevole, perché dimostra che il creditore ha ormai intenzione di fare sul serio, procedendo giudizialmente se non si paga.
La causa civile. Se neppure la lettera dell’avvocato ha prodotto effetti, non rimane altro da fare che rivolgersi alla giustizia, sempre tramite un legale. Se abbiamo la prova scritta del credito (contratto, bolla di consegna della merce, ordine di acquisto, cambiale, assegno, fattura, ecc.) il legale chiederà un decreto ingiuntivo al giudice il quale, se ritiene la prova del credito da noi fornita sufficiente, ordina il pagamento al debitore senza sentirlo. Il decreto sarà poi notificato al debitore, il quale dovrà pagare o fare opposizione. In quest’ultimo caso si aprirà una vera e propria causa, nel corso della quale il creditore dovrà provare il suo credito ed il debitore che non deve nulla o che deve una somma diversa da quella richiesta. Se invece non abbiamo la prova scritta del credito, non ci resta altro da fare che iniziare subito una tradizionale, lunga e costosa causa civile, che si concluderà con una sentenza di condanna del debitore al pagamento.
L’esecuzione forzata. Se anche dopo la notifica del decreto ingiuntivo o della sentenza di condanna il debitore non dovesse pagare, bisognerà ricorrere - tramite un avvocato - all’esecuzione forzata e pignorare i beni del debitore, venderli all’asta ed intascarne il ricavato, a meno che il debitore non abbia uno stipendio, una pensione o un conto corrente bancario che possono essere aggrediti.
Morale. Giunti alla fine dell’iter per ottenere il pagamento del credito, è lecito chiedersi: ma fare causa conviene? Tutto dipende dall’importo del debito (per piccole somme non vale davvero la pena imbarcarsi in una lunga e costosa causa civile), dalla disponibilità economica del creditore (che deve anticipare tutte le spese legali ed attendere anni il pagamento del suo credito) e del debitore (che spesso non può pagare, perché non ha neppure “gli occhi per piangere”). Quindi pensiamoci, prima di imbarcarci in un’avventura che potrà essere costosa e dall’esito incerto.

Pubblicato su: Il Mercatino - ottobre 2018.

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