Il diritto di prelazione è il diritto ad essere preferiti ad altri nell’acquisto di un immobile, qualora il proprietario intenda vendere. Vi sono varie ipotesi di prelazione previste dal codice civile.
Il diritto di prelazione dell’inquilino
sull’immobile locato.
L’inquilino può esercitare il diritto di prelazione sull’immobile locato nel
caso in cui il proprietario decidesse di venderlo. Per le case adibite ad
abitazione l’inquilino può esercitare tale diritto solo se si verificano due
condizioni: l’intenzione di vendere la casa deve essere manifestata dal
proprietario alla prima scadenza del contratto (se il proprietario decidesse di
vendere dopo, il diritto di prelazione non può essere più esercitato); l’inquilino
non deve essere proprietario di altri immobili ad uso abitativo. La prelazione
è però esclusa quando il proprietario trasferisce il bene al coniuge o ai
parenti entro il secondo grado, quando l’immobile è donato e non venduto, in
caso di permuta o di vendita forzata all’asta a seguito di un pignoramento o di
vendita di una quota di un immobile o di vendita in blocco dell’intero edificio. Nel caso di immobile adibito
ad uso commerciale, come un negozio, un ufficio, uno studio professionale, ecc.,
il diritto di prelazione spetta invece all’inquilino sempre. Ma come funziona
la prelazione? Se il proprietario decide di vendere l’immobile, lo deve
comunicare all’inquilino, inviandogli una lettera raccomandata a.r. nella quale
deve indicare tutte le condizioni di vendita, il prezzo e l’espresso invito all’inquilino
ad esercitare il diritto di prelazione. L’inquilino deve rispondere entro 60
giorni dal ricevimento della raccomandata, comunicando se intende accettare o
meno la prelazione. Se non dovesse rispondere in tempo, si ritiene che egli abbia
rifiutato la proposta ed il proprietario è libero di vendere a chiunque, ma
sempre alle stesse condizioni indicate nella lettera. In caso contrario dovrebbe
spedire un’altra lettera all’inquilino con una nuova offerta di prelazione, in
mancanza l’inquilino ha sei mesi di tempo per riscattare l’immobile anche
presso il nuovo acquirente ed i suoi eredi o successivi acquirenti.
Il diritto di prelazione del coerede. Quando una
persona muore e lascia più eredi, ciascuno di essi può vendere la propria quota
di eredità prima della materiale divisione dei beni, offrendola agli altri
coeredi. Dopo la divisione non c’è più l’obbligo di prelazione e ciascuno di coeredi
può decidere liberamente di vendere i beni ereditati a chiunque. Il coerede che
intende cedere la propria quota deve inviare per iscritto la proposta di vendita
(contenente il prezzo e tutti gli elementi necessari per la cessione) a tutti
gli altri coeredi, che possono esercitare il diritto di prelazione entro due mesi.
Il diritto di prelazione sui terreni
agricoli (prelazione agraria). Qui il diritto di prelazione spetta solo
al coltivatore diretto sui terreni agricoli confinanti o sul terreno che ha in
affitto da almeno due anni. È coltivatore diretto chi coltiva il fondo con il
lavoro proprio o della propria famiglia.
Pubblicato su: Il Mercatino - dicembre 2020.
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