Come funziona la giustizia italiana?


Si parla sempre più di “riforma della giustizia” o di “giustizia lumaca”, ma non tutti sanno come funziona la giustizia in Italia, che differenza c’è tra un processo civile ed uno penale, quali sono e cosa fanno i giudici. Qui vogliamo allora offrire una piccola guida a chi vuole capirci qualcosa di più del sistema giudiziario italiano. In Italia chiunque può rivolgersi ad un giudice per fare valere i propri diritti o chiedere la punizione di chi ha commesso un fatto previsto dalla legge come reato. Così ci sono giudici penali e giudici civili, giudici tributari ed amministrativi, contabili e costituzionali. Nell’ambito poi dello stesso settore ci sono giudici che si occupano solo di questioni di famiglia o di lavoro, delle indagini preliminari o dell’esecuzione della pena, ma tutti insieme formano la magistratura. Per ragioni di spazio qui ci occuperemo solo della giustizia civile e penale, che poi sono quelle che interessano più direttamente i singoli cittadini.  

La giustizia civile. Il processo civile serve a risolvere le liti tra privati (risarcimento danni da incidente stradale, rilascio di una casa locata, questioni condominiali o di famiglia, ecc.). Per rivolgersi ad un giudice civile è sempre necessario farlo tramite un avvocato, tranne poche e limitate eccezioni, anticipando pure le spese di causa, anche se di regola chi perde pagherà pure le spese processuali all’avversario.

La giustizia penale. Il processo penale è quello che lo Stato avvia contro chi ha commesso un reato (omicidio, rapina, furto, ecc.). Qui lo Stato è rappresentato dal pubblico ministero, un magistrato che, dopo avere ricevuto una denuncia o una querela da parte dei privati lesi nei loro diritti, oppure un rapporto delle forze dell’ordine, fa le indagini per scoprire se e come è accaduto il fatto. Se egli ritiene che le prove raccolte contro l’indagato siano sufficienti per imbastire un processo penale, chiederà il rinvio a giudizio davanti al giudice penale e la condanna del colpevole ad una pena. In questo caso la vittima del reato può solo presentare una denuncia o una querela ai carabinieri, alla polizia o alla procura della Repubblica competenti, anche senza un avvocato, attendendo l’eventuale processo nel quale potrà anche costituirsi parte civile (e qui ci vuole necessariamente l’aiuto di un legale) per ottenere il risarcimento dei danni subiti dal reato.

I tre gradi del giudizio. Il nostro sistema giudiziario prevede tre gradi di giudizio per garantire i cittadini da eventuali, possibili errori giudiziari. La sentenza civile o penale di primo grado può essere infatti impugnata entro un certo termine davanti ad un altro giudice (la corte d’appello), che rifarà daccapo il processo e che potrà avere anche un esito diverso dal primo. Pure la sentenza d’appello potrà, entro un certo termine, essere impugnata davanti ad un giudice superiore, la Corte di cassazione, che si trova a Roma. In Cassazione però non si rifarà per la terza volta e d’accapo il processo, perché i giudici romani possono decidere solo delle questioni di legittimità, cioè possono controllare se in appello i giudici hanno regolarmente interpretato ed applicato la legge oppure no. La Cassazione si chiama così perché i suoi giudici possono “cassare”, cioè cancellare, annullare la decisione errata dei giudici inferiori.

La decisione. Esauriti tutti i gradi del giudizio oppure scaduti i termini per fare appello o ricorso per Cassazione, la sentenza diventerà definitiva (si dice: “è passata in giudicato”) e non potrà più essere contestata, ma andrà applicata. Se si tratta di una sentenza civile, chi ha perso dovrà pagare i danni o restituire la cosa, adempiere insomma agli obblighi indicati nella decisione; se si tratta invece di una sentenza penale, il condannato dovrà scontare la pena decisa dal giudice, pagando una multa o una ammenda oppure andando in carcere, anche se oggi per le condanne inferiori ad un certo limite sono previste delle misure alternative al carcere, come i lavori socialmente utili. Ma che succede se una sentenza civile non viene rispettata? La controparte privata potrà iniziare un processo di esecuzione per fare pignorare i beni del debitore e poi rivenderli, in modo da potersi soddisfare sul ricavato della vendita. L’esecuzione della sentenza penale invece è compito del giudice, che ordinerà che il condannato vada in carcere o paghi la sanzione pecuniaria.

Perché un processo dura tanto? Ci sono varie ragioni: i giudici ed il personale amministrativo di supporto sono pochi, mentre le cause da smaltire sono tantissime, un processo civile o penale richiede il rispetto di regole e tempi diversi dei quali non si può fare a meno...  


Pubblicato su: Il Mercatino - aprile 2021.


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